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sabato, Aprile 27, 2024

Inchiesta. Voto all’estero, brogli decisivi

AttualitàInchiesta. Voto all'estero, brogli decisivi

Circoscrizioni elettorali grandi come la somma di Asia, Africa, Antartide e Oceania. Campagne di comunicazione eventuali, talvolta opache, comunque costosissime. Personaggi tra l’improvvisato e l’oscuro, quando non losco. Pacchi di schede che spariscono. Migliaia di preferenze da raccogliere, perché là il Porcellum non vale. Quello del voto estero è un mondo strano e pazzoide, un piano della realtà a sé, un’intercapedine della politica, talvolta inquietante, quasi mai sotto i riflettori. Dentro, si muove un’Italia parallela, a tratti spaventosamente diversa, a tratti pericolosamente uguale a quella entro i confini.

Anche adesso, per la terza volta nella storia, la Legione straniera è in battaglia: tra Europa, America del nord, Sudamerica e appunto Africa-Oceania, il plotone dei candidati nelle quattro circoscrizioni estere lotta per rastrellare voti tra i quattro milioni e mezzo di italiani nel mondo, e conquistare i 18 posti in palio in Parlamento (12 alla Camera, 6 al Senato). Magari, con l’aria che tira, fare di nuovo la differenza: come accadde nel 2006 nell’infausta era del “senador” Pallaro, l’ottantenne argentino della Pampa che con i suoi cambi di fronte diede origine al fenomeno del “pallarismo”, e a una nuova soluzione per chi vuol condizionare la politica per interessi propri.

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