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giovedì, Ottobre 2, 2025

Economia, stretta creditizia delle Banche sulle imprese, il Molise anche in questo caso si conferma maglia nera

AperturaEconomia, stretta creditizia delle Banche sulle imprese, il Molise anche in questo caso si conferma maglia nera

di Michele Mignogna

Con quasi il sette per cento il Molise è la regione in cui la stretta creditizia delle Banche è più pesante, dietro ci sono Sardegna, Calabria e Umbria. Una situazione che secondo uno studio della CGIA di Mestre, mette a rischio l’ottanta per cento delle imprese sul territorio, notoriamente formato da piccole e medie imprese, spesso a gestione familiare e con un discreto numero di dipendenti, soprattutto se saranno confermate le stime degli organismi europei che vedono acuirsi la crisi economica in corso. Una situazione grava che però non rientra nell’agenda politica di questa campagna elettorale.

 

Il Molise negli ultimi dieci anni ha visto aumentare in maniera esponenziale, la presenza di sportelli bancari e altri istituti di credito, ma, mentre si potrebbe pensare ad una sorta di benessere generale, e di una concessione del credito, come dire, un po’ più elastico, la realtà è ben diversa. In Molise su dieci imprese che si presentano a uno sportello bancario, solo tre hanno la possibilità di accedere a un mutuo o a un finanziamento, e spesso, sono anche le imprese più “insolventi” rispetto alle altre. Un meccanismo strano insomma che ha provato a spiegare anche la Banca d’Italia. In realtà quando misurano le sofferenze bancarie, vale a dire la capacità di restituire il prestito ricevuto nei tempi e nei modi prestabiliti, è evidente che in capo a quel tre per cento che riesce ad avere un prestito, pesa quasi l’80% delle insolvenze totali. Insomma, i soldi vanno a pochi che non sono per niente affidabili, penalizzando così la quasi totalità delle imprese, vale a dire l’altro 90%, che riceve le briciole, pur dimostrando di essere solvibile. Ma, e questa è la sorpresa, se andiamo a vedere chi sono e a chi appartengono queste imprese che la spuntano con le banche, non sono né commercianti, né artigiani, né tanto meno le piccole imprese del territorio, ma sono i “grandi” gruppi di imprese, quelle storiche per intenderci, che solo perché sono loro riescono ad avere il prestito o il finanziamento. Insomma, le imprese piccole finanziano quelle grandi. A livello nazionale le imprese italiane hanno subito una riduzione dei prestiti bancari per un importo complessivo pari a 30,4 miliardi di euro . Un problema questo, che in Molise sembra non accorgersene nessuno, soprattutto i politici che impegnati in campagna elettorale, e che però in agenda non hanno il tema del finanziamento alle imprese molisane. Non solo, se guardiamo al settore agricolo molisano ad esempio, vediamo che le aziende che riescono ad avere accesso al credito ne sono solo due, il venti per cento del totale, e non rientrano sicuramente quelle aziende agricole a conduzione familiare, tradizione del nostro territorio, ma la parte da leone la fanno le grandi industrie di trasformazione, o i grandi proprietari, spesso ubicati nel basso Molise. Se a questo aggiungiamo gli alti tassi d’interesse che si pagano al Sud, comprendiamo il perché di una crisi strutturale delle imprese, soprattutto quelle che operano nell’edilizia. Problema questo che porta con se, inevitabilmente, anche l’aumento sia dell’usura, che del riciclaggio bancario, ovvero, soldi raccolti sul territorio dagli istituti di credito, e utilizzati sui mercati internazionali per altri fini, che non sono sicuramente quelli di “aiutare” le imprese molisane a resistere e a fronteggiare la crisi.

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