Un molisano su 26.235 soffre di malattie renali (la prevalenza della malattia renale cronica nella nostra regione è infatti del 7,95%). Cinque, sei ogni anno i pazienti trapiantati tra quelli seguiti nella nostra struttura per perdita della funzione renale per un totale di 33 pazienti negli ultimi sette anni, 25 quelli in lista di attesa . Circa 300 i ricoveri annui al Cardarelli per patologie renali acute e croniche. Nel distretto di Campobasso 87 i pazienti seguiti in emodialisi e 20 in dialisi peritoneale. Queste solo alcune delle cifre che danno un quadro preliminare della qualificata ed intensa attività svolta in questi anni in ambito clinico, assistenziale, ed anche in quello della ricerca dall’Unità Operativa Complessa di Nefrologia – Dialisi del presidio ospedaliero “A. Cardarelli” di Campobasso. Dalla dialisi alle visite specialistiche, all’attività sul territorio, senza tralasciare l’attività di degenza in correlazione ad altre patologie quale diabete, cardiopatie scompensate e patologie cardiovascolari.
E’ il risultato di una strategia premiante che dipende certamente dalle spiccate professionalità mediche operanti nel reparto, ma anche dalla continua attenzione e cura alla qualità della vita del paziente acuto ed in trattamento dialitico.
La Dialisi peritoneale si inserisce proprio in tale strategia. E’ una pratica terapeutica sostitutiva, utilizzata per quei pazienti che hanno la funzione renale compromessa. Cioè quando i reni non assolvono alla loro funzione fisiologica: depurare il sangue dai prodotti di scarto e regolare l’equilibrio dei liquidi e degli elettroliti nell’organismo.
A differenza dell’Emodialisi è terapia domiciliare, il paziente cioè non si reca in ospedale ma la pratica autonomamente o con l’aiuto di un partner al proprio domicilio, sia in forma manuale che automatizzata, con una notevole riduzione di costi.
In anticipo sull’attuale momento storico in cui si vuole dare risalto al territorio, offrendo ai pazienti cure quanto più vicine al domicilio, la Nefrologia Dialisi di Campobasso ha da sempre sostenuto questa metodica di trattamento dell’insufficienza renale terminale ritenendo, anche in epoche passate, che non ci fosse migliore territorializzazione della propria abitazione.
Da più di 25 anni la dialisi domiciliare è praticata dalla struttura nefrologica del capoluogo ed attualmente sono in trattamento sul territorio regionale 20 pazienti, 9 dei quali praticano terapia nel corso della notte con apparecchiatura automatizzata.
La filosofia che guida la scelta della metodica non è quella di un interscambio tra l’emodialisi e la dialisi peritoneale, ma quella di consentire al paziente, che inizia dialisi, di poter gestire in prima persona ed al proprio domicilio la terapia così come negli anni in cui faceva la dieta ipoproteica, ottimizzando, soprattutto per quelli con un lavoro ancora attivo, i tempi della terapia, relegando quest’ultima alle ore della notte con il supporto di un’apparecchiatura che ne gestisce i tempi.
Pur restando quindi nell’ambito delle proprie mura, i pazienti in dialisi peritoneale mantengono un cordone ombelicale con i medici che si prendono cura di loro; la struttura organizzativa loro dedicata presso l’U.O.C. di Nefrologia Dialisi del capoluogo è costituita da un ambulatorio con accessi programmati dove, personale dedicato, sia medico che infermieristico , nella giornata del venerdì, esegue controllo degli esami periodici, visita medica ed adeguamento terapia.
Due posti di degenza sono sempre disponibili nell’ambito del reparto per assicurare competenze tecniche altamente specialistiche quali l’addestramento alla metodica, l’ assistenza per complicanze e nuovo addestramento dopo un episodio di peritonite, complicanza questa della metodica, ma evento attualmente a bassissima incidenza presso la Nefrologia di Campobasso soprattutto grazie all’ implementazione delle tecniche automatizzate e alla lunga esperienza maturata nei 25 anni di attività.