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mercoledì, Aprile 24, 2024

Paolo Marinucci (Vincere per cambiare) “trasformare Molise Acque in un Ente pubblico “partecipato”

QDPaolo Marinucci (Vincere per cambiare) "trasformare Molise Acque in un Ente pubblico “partecipato”

I cittadini hanno il diritto di conoscere con esattezza quali sono gli impegni che gli attuali candidati alla Presidenza della Giunta regionale del Molise intenderanno porre in essere all’indomani delle elezioni. I programmi dei vari schieramenti sono spesso troppo lunghi e, purtroppo, non sono sempre stati rispettati. Per questo motivo Massimo Romano, e con lui tutti i candidati che lo sostengono, intende mettere in evidenza le priorità del programma di governo, indicando anche la tempistica di tali azioni.

Uno dei primi impegni sarà quello di trasformare l’azienda speciale regionale “Molise Acque” in un Ente pubblico che rispetti i criteri di ecologia, economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione, per la tutela dell’acqua quale bene comune indispensabile per la tutela della vita e lo sviluppo armonico dell’economia.

Le differenze sono molte poiché Molise Acque, pur mantenendo l’autonomia riconosciuta per legge, è di fatto orientata dall’ente regionale che non solo individua gli obiettivi generali dell’Azienda, conferisce il capitale di dotazione, approva gli atti fondamentali, esercita la vigilanza, verifica i risultati della gestione, provvede alla copertura degli eventuali costi aggiuntivi di carattere sociale, ma effettua le nomine del Presidente, del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale. Persino i compensi sono decisi dalla normativa regionale. Evidente che una siffatta situazione getta l’azienda in pasto ai più meschini interessi di tipo clientelare, con conseguente sperpero di denaro pubblico.

Il nostro impegno è quello di dar vita ad un Ente che non sia diretta emanazione degli interessi di chi governa la Regione Molise, ma un’azienda pubblica “realmente partecipata” i cui rappresentanti vengono nominati dagli enti pubblici territoriali che decideranno di partecipare al progetto di gestione dell’acqua quale bene pubblico fondamentale, riservando una quota anche al Forum delle associazioni nate per la tutela di tale diritto.

Inoltre nella nuova gestione sarà necessario aggiornare le tariffe verso le Regioni che acquistano la nostra acqua e programmare un piano di investimenti della rete idrica di adduzione regionale e dei singoli comuni. Con la messa in atto di tale progetto si darà la possibilità ai Comuni della Regione che hanno una gestione privatistica del Servizio Idrico Integrato di poterlo ripubblicizzare.

Si tratta di un’operazione che nasce dalla necessità di far rispettare l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2011, al fine di promuovere la coesione sociale e territoriale e garantire un accesso equo al servizio idrico.

I beni comuni vanno collocati fuori commercio perché appartengono a tutti e non possono in nessun caso essere privatizzati. L’acqua bene comune è radicalmente incompatibile con l’interesse privato al profitto e alla vendita, per questo non ci si può affidare neanche ad aziende con scopo di lucro perché si metterebbe a rischio anche la continuità del servizio. Nel momento in cui la gestione dell’acqua non dovesse risultare più soddisfacente sotto l’aspetto economico, il gestore privato non avrebbe scrupoli a chiudere bottega e cercare di collocarsi altrove per perseguire il suo fine economico, con quanto ne consegue anche sotto il profilo occupazionale.

La gestione dell’acqua è una responsabilità da assumersi oggi nei confronti dei cittadini e di tutta l’umanità presente e futura.


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