Nella Giornata della Memoria vogliamo ricordare le vittime della tragedia dell’Olocausto.
La memoria di milioni di ebrei, Rom, dissidenti, comunisti, anarchici e omosessuali morti ammazzati nei campi di concentramento e sterminio, sia da monito per la lotta contro ogni discriminazione.
Occorre affermare sempre la nostra più convinta opposizione ad ogni forma di nazismo, fascismo, odio, violenza e razzismo.
Pericolose derive sociali e culturali purtroppo non sono state debellate e in Italia anzi spesso vengono sdoganate e alimentate anche da alcuni esponenti politici
Non è un caso che oggi, giornata della memoria, Berlusconi cerca di raggranellare qualche voto proponendo la solita tesi autoassolutoria: “italiani brava gente”.
In questo modo si coltiva l’idea di un popolo di irresponsabili che non ha mai nulla di cui pentirsi perché in fondo non ha mai fatto nulla di male. In questa lettura anche Mussolini diventa un signore che ha fatto l’unico sbaglio di farsi tirare per la giacchetta da Hitler ma per il resto era una “brava persona”.
Questo modo di pensare è all’origine dei molti guai del paese, considera l’antifascismo e quindi la Costituzione italiana un inutile orpello ma soprattutto è falso.
Oggi come ieri, è quindi necessario un forte impegno per costruire un mondo migliore.
Oggi come ieri, quei valori di giustizia, libertà, solidarietà che animarono molti antifascisti sono obiettivi da perseguire con determinazione.
Contro ipotesi autoritarie mai sopite, di cui le rivisitazioni storiche sull’antifascismo e sulla Resistenza sono uno dei segnali, che dimostrano come sia impossibile e strumentale l’idea di una memoria condivisa.
Se dunque un “revisionismo” è necessario, è sicuramente opposto a quello imperante.
Una analisi che rifiuti visioni addomesticate e livellanti e ristabilisca, anche nei suoi tratti più aspri e “scomodi”, i reali connotati dei conflitti del Novecento, compresi quelli della seconda metà del secolo.
Italo Di Sabato – segretario regionale PRC Molise