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mercoledì, Ottobre 1, 2025

La “Santa alleanza”: da Che Guevara a Pietracupa

AttualitàLa "Santa alleanza": da Che Guevara a Pietracupa

di Giovanni Minicozzi.

Sono diverse le liste in competizione alla prossime politiche e alle regionali, nonché gli slogan, che si richiamano alla rivoluzione.
Rivoluzione civile di Antonino Ingroia, Rivoluzione democratica di Antonio De Lellis, e perfino Moderati in rivoluzione di Gianpiero Samorì che rappresenta il massimo delle contraddizioni. In effetti la parola rivoluzione ancora affascina e ricorda, soprattutto agli utopisti, i grandi rivoluzionari della sinistra: Ernesto Che Guevara in primis.
In realtà, però, nell’anno di grazia 2013 la vera rivoluzione politica in Molise si chiama ”Santa alleanza” sottoscritta dai vertici della sinistra storica con le cosiddette forze moderate dell’ex Adc e dell’Udeur da sempre alleate con il centrodestra di Michele Iorio.
Certo anche Enrico Berlinguer sostenne il governo di unità nazionale per salvare l’Italia dalla crisi degli anni  70 ma non snaturò la sinistra. Anzi rimase distinto e distante dalla Democrazia Cristiana e persino dai socialisti.
La Santa alleanza invece è nata con un solo obiettivo, mandare a casa Michele Iorio e gestire, attraverso la spartizione delle poltrone, come afferma Massimo Romano quel che resta della regione: ambiente, energia alternativa, filiera dei rifiuti, operazioni immobiliari e sanità.
Naturalmente la spartizione parte dall’assegnazione, ai cosiddetti moderati, dei posti sul listino e dagli incarichi più importanti e funzionali allo scopo: vertice dell’Asrem, che secondo indiscrezioni sarebbe già stato assegnato a Riccardo Tamburro, ed enti sub regionali.
Al Molise invece servirebbe una vera rivoluzione culturale incentrata sul buon governo e sulla legalità, valori che i vertici di questa sinistra hanno sempre teorizzato e mai praticato. Non a caso i militanti, che ancora credono a quei valori, contestano e scappano dalla Santa alleanza. E cosi capita che il Pd perde pezzi, Sel si spacca, i socialisti discutono.
Ma succede anche che i Comunisti italiani alzano il prezzo solo per avere un posto sul listino, ed esponenti di spicco del Pd, con una lunga militanza comunista sulle spalle e con l’immagine di Che Guevara attaccata al muro, tacciono. Appare evidente dunque che per i  vertici di questa sinistra la rivoluzione può attendere ma per loro c’è il rischio che la base si affidi a Michele Iorio il quale, non a caso, ha già coniato lo slogan appropriato: la vera rivoluzione è continuare!

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