Vertice a Palazzo Chigi convocato d’urgenza sul futuro dell’Ilva a Taranto. L’incontro voluto dal premier Mario Monti è fissato alle 19,30. Pesano le indiscrezioni sul rischio che lo stabilimento pugliese possa chiudersi mettendo a rischio novemila posti di lavoro. Il segretario della Cgil Susanna Camusso, a Bari per un’assembela, ha invitato il governo a “preparare la linea di uscita perché se l’azienda non rispetta i suoi impegni noi riproporremo il tema che l’impianto di Taranto è troppo importante per poter semplicemente lasciare ad una famiglia la decisione sulla siderurgia italiana”. Il sindaco della città, Ippazio Stefàno, nel frattempo ha fissato la data per il referendum popolare sul futuro dello stabilimento, chiedendo alla cittadinanza se chiudere la fabbrica o solo l’area a caldo, smantellando i parchi minerali.
SONDAGGIO – QUALE FUTURO PER TARANTO?
Intanto lo sciopero ad oltranza in corso dalle 14 di ieri su iniziativa della Fim Cisl sta causando problemi di sicurezza agli impianti dell’Ilva. Lo ha detto il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, incontrando una delegazione di scioperanti e della stessa Fim Cisl. Il prefetto ha posto la questione sicurezza così come gliel’ha prospettata l’Ilva e ha chiesto, riferiscono fonti sindacali, che nelle prossime ore 87 persone tornino al lavoro nelle due acciaierie per salire poi a 130 unità nella giornata di domenica.