Tra 50 giorni il Molise tornerà alle urne per le politiche e le regionali, in un frangente molto critico per l’economia, per le imprese, per il lavoro e per la tenuta del sistema di protezione sociale, sanitario, scolastico e del trasporto pubblico locale. Il degrado della politica farà lievitare le percentuali di chi si asterrà, e l’asprezza della crisi produttiva ed occupazionale indurrà un numero elevato di cittadini a rifugiarsi nel voto di protesta. D’altronde, in ogni fase storica dominata dalla paura sono sempre emerse formazioni improvvisate di matrice demagogica che sventolando la bandiera del populismo cavalcano l’onda senza avere un meta, né un passato e tantomeno un futuro.
In un contesto simile sarà agevole per le forze anti-sistema agitare spettri e paventare promesse, ma in concreto per un territorio polverizzato come il nostro che esprime 5 parlamentari su 945 non saranno le urla, le denunce e le clientele a rappresentare una prospettiva seria. In Italia sarà il centrosinistra a vincere le elezioni e salvo qualche incertezza al Senato, Pierlugi Bersani sarà il nuovo Presidente del Consiglio con la metà della compagine di Governo del PD a cui si aggiungeranno i ministri di SEL, del PSI e personalità dell’area moderata. Da questa maggioranza uscirà il nuovo Capo dello Stato e i nuovi Commissari dell’Unione Europea spettanti all’Italia. Bersani nel secondo semestre dell’anno presiederà per turnazione il Consiglio dei Ministri dell’Europa a 28, e saranno i ministri del Tesoro, della Sanità, del Lavoro e dello Sviluppo Economico del suo Governo a trattare sui tavoli romani il Piano Sanitario del Molise, il futuro di FIAT – ITTIERRE – Edilizia – Avicolo – Saccarifero, le questioni della scuola, il piano triennale delle opere pubbliche a partire dall’ANAS e dalle Ferrovie, gli ammortizzatori sociali in deroga, il problema degli esodati, il deficit strutturale del settore dei trasporti e le altre mille emergenze sociali connesse con la crisi.
In uno scenario simile il Molise potrebbe esprimere un Presidente della Regione di centrosinistra, un senatore e un deputato del PD a cui si aggiungerebbero altri due deputati del PD eletti in Toscana e in Svizzera, con la concreta conseguenza di avere un riferimento stabile nel nuovo Governo per gestire i problemi più impellenti della Regione. Personalmente mi impegnerò con tutte le mie energie in questa direzione e cercherò di limitare i danni connessi ad un’interpretazione personalistica della politica, in cui si antepongono i propri obiettivi, rancori, interessi o risentimenti, al dovere di dedicarsi prioritariamente al bene comune e alla risoluzione di vertenze, istanze e bisogni dei lavoratori e dei cittadini. Mi auguro che le principali forze economiche e sociali del Molise sappiano cogliere queste opportunità e non si lascino sviare dalle sirene di Ulisse.