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mercoledì, Settembre 24, 2025

Bufera sui grillini Avvocati in campo per l’uso del logo

FocusBufera sui grillini Avvocati in campo per l'uso del logo
Beppe Grillo

Senza tregua. Non si placano le polemiche sul web (e non solo) per l’espulsione dai Cinque Stelle di Federica Salsi e Giovanni Favia. Sul caso prende posizione Federico Pizzarotti e scoppia anche la querelle sull’uso del logo. Il giorno dopo la decisione di Beppe Grillo, è ancora il consigliere comunale bolognese – intervistata da Sky Tg24 – ad attaccare: «Il M5S è gestito da una azienda che fa marketing pubblicitario che sta utilizzando una modalità comunicativa a senso unico: Grillo dà le sue opinioni a persone che seguono il prodotto; se il prodotto non piace vengono cacciate fuori». «Ora che il Movimento si sta approntando a livello nazionale, sembra che stiano gestendo tutto Grillo e Casaleggio nel loro ufficio – dichiara Federica Salsi -. Casaleggio è la parte che organizza e Grillo è il frontman che ci mette la faccia».

Se una delle espulse parla, l’altro tace. Dopo la prova di forza a Modena, ieri Favia è tornato a confrontarsi con la base a Ravenna. Intanto, si profila all’orizzonte – come anticipato dal Corriere – una battaglia sul logo, che il consigliere regionale intende utilizzare in sede istituzionale, dopo aver chiesto un parere legale all’avvocato Riccardo Novaga. «Il Non-statuto del 2009 prevede che il marchio Movimento 5 stelle sia registrato a nome di Beppe Grillo, che è quindi l’unico titolare dei diritti d’uso sul marchio stesso e che, come determinato dall’articolo 7, sia lui a dare il consenso per iscritto all’utilizzo del logo a ciascun candidato in occasione di ogni consultazione elettorale», spiega Anna Pellizzari dello studio Barzanò&Zanardo, specializzato in proprietà intellettuale. «Bisogna comprendere se, qualora il candidato venga eletto, sia implicito che tale facoltà di utilizzo del marchio sia esteso a tutta la durata del mandato – argomenta -. In questo caso, fatto salvo che non siano venuti meno i requisiti per far parte del movimento, Favia potrebbe utilizzare il marchio». Secondo Pellizzari: «In sostanza bisogna capire se l’eventuale contestazione di Grillo sia legittima, se il consigliere regionale non abbia i requisiti previsti dal Non-statuto».

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