Giovanni Cannata, il Rettore dell’Università del Molise, è sempre più vicino al grande passo: quello che lo porterebbe dall’ateneo alla Regione. Prende quota in queste ore la sua candidatura come proposta estranea ai due schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Fissate le elezioni al 17 febbraio, Cannata è chiamato ad ufficializzare nelle prossime ore la propria candidatura. A sostenerlo, ampi settori della società civile e del mondo dell’impresa che vedono bene la discesa in campo di un economista. Favorevoli in molti anche tra partiti e movimenti
Il Giornale del Molise lo aveva già anticipato da settimane, ma in queste ore l’ipotesi che a correre per la carica di governatore della Regione sia Giovanni Cannata non è più una indiscrezione ma una notizia che trova riscontro e fondamento da più parti. Il Magnifico rettore dell’Università del Molise è pronto al grande passo, trasferirsi dall’ateneo alla Regione. Sarebbe lui, un economista, il “papa nero”, cioè l’uomo venuto da fuori, l’uomo destinato a reggere le sorti regionali qualora la spuntasse sugli altri concorrenti di cui da giorni si fanno i nomi. A sostenere Cannata, uno schieramento ampio e variegato che fa capo a settori della società civile, dell’imprenditoria, degli stessi partiti e movimenti politici. Davanti all’ipotesi di collasso del sistema, con i due blocchi classici arroccati sulle candidature di Iorio e Frattura, quella di Cannata viene vista come la più canonica e tradizionale delle soluzioni: quella della terza via.
Difficile, al momento, dare una collocazione al Magnifico, poiché non vi sono elementi per iscriverlo a nessuno dei club: né quelli di sinistra né quelli di destra né quelli di centro. Inoltre, Cannata non avrebbe nessuna delle caratteristiche del candidato “contro”, cioè di un nome da porre in netta contrapposizione ad un altro. Non lo sarebbe né verso Iorio né verso Frattura e, cosa da non escludere, potrebbe raccogliere consensi da settori politici al momento in sospeso come i centristi o il movimento Costruire democrazia capeggiato da Massimo Romano. Se quindi Cannata nei prossimi giorni ufficializzasse la propria candidatura, assisteremmo a non poche sorprese, con lembi di terra elettorale che si staccherebbero dai continenti politici tradizionali e che come tante isolette andrebbero a raggrupparsi in un nuovo agglomerato. Scomposizione e ricomposizione, sono questi i due possibili effetti dell’ingresso di Cannata nell’agone politico.
A remare contro di lui c’è però un nemico insidioso: il tempo. È ormai certo che si voterà il prossimo 17 febbraio, in un unico turno elettorale per politiche e regionali, e Cannata avrebbe i giorni, se non le ore, contati per mettere a punto la propria macchina elettorale. Questo, salvo che non sia qualcuno a mettergliela a disposizione, non è da escludere infatti che il Rettore possa diventare a sorpresa il vertice di un raggruppamento politico ben connotato: il centrosinistra, ad esempio. Pur avendo mantenuto contatti con l’ambito regionale, quella di Cannata non è mai stata una collaborazione che ha superato il confine del rapporto istituzionale. A memoria, non ci pare di aver mai visto il Rettore partecipare a manifestazioni di carattere politico, di qualsiasi colorazione politica. Un punto, questo, a suo favore.