Atmosfere torride, sabato sera al Cafè Prestige di Campobasso, nonostante il clima polare e i generosi spruzzi di neve. Primo appuntamento della rassegna “Soul Food”, protagonisti i Sex Fm, uno dei gruppi più energici attualmente sulla scena del new italian funk. Due ore di spettacolo senza pausa, fra brani del cd Wild Drunk Party e veri e propri inni del genere, da Funky Good Time e Sex Machine di James Brown a Play That Funky Music White Boy dei Wild Cherry, da Sing a Simple Song di Sly & Family Stone alla Jungle Boogie di Kook & The Gang presa a sigla di Pulp Fiction.
Ritorno alle radici, prima che il funk si trasferisse negli ambienti bene di New Yok, tra i locali snob e i giovani radical chic di Tom Wolfe. Ritorno alle fonti, gli anni Settanta evocati dalle mises e dalle parrucche così disinvoltamente kitsch di giovani musicisti toscani che hanno poco da imparare, fra anni di Conservatorio, lunghe gavette nel blues e nel rock, esperienze jazzistiche di grosso calibro con i Funk Off (il sax tenore Claudio Giovagnoli, il batterista Francesco “Bibi” Bassi, il percussionista Alessandro Suggelli) o con la Barga Jazz Band (il sax alto Renzo Telloli), egregiamente completati da Leonardo Volo alle tastiere e Emanuele Parra al basso elettrico, e capeggiati da uno straordinario professionista di lunghissimo corso come Tony Pileio.
Musica compatta, magnificamente eseguita su solidi schemi funk, essenziale e vigorosa, impastata con la padronanza tecnica dei jazzisti e punteggiata dei relativi virtuosismi, con i tributi a Maceo Parker e le primordiali linee di basso di Larry Graham, il funk tropicale di Miami e i ritmi compulsivi e straniati dei Funkadelic o dei Parliament. Dance music per eccellenza, fatta per abbattere ogni barriera tra pubblico e musicisti, cosa puntualmente avvenuta nel finale, con il pubblico (femminile in particolare) che invadeva il palco e i musicisti che invadevano un parterre straordinariamente mobile. Prossimo appuntamento, 22 dicembre. Di scena, The Link Quartet.
(La fotografia in copertina è di Mariagrazia Di Bello)