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lunedì, Giugno 2, 2025

Il Grande fratello nella nostra auto sulle scatole nere è allarme privacy

FocusIl Grande fratello nella nostra auto sulle scatole nere è allarme privacy

Quella montagna di dati raccolti da un milione di scatole nere, in mano alle compagnie assicurative, è una ferita alla privacy degli automobilisti. “Sono troppi e gestiti con troppa disinvoltura”. Così il Garante ha riscritto la bozza di regolamento elaborata dall’Isvap, l’Istituto di vigilanza delle assicurazioni private, riempiendola di garanzie per proteggere gli utenti che volontariamente accettano di installarle a bordo per avere sconti sulle tariffe. Perché quelle scatole nere, di cose, ne sanno parecchie.

Sanno quali strade abbiamo percorso, a che ora e in quale giorno, quanti chilometri abbiamo fatto, quante volte abbiamo frenato o superato il limite. Registrano qualunque cosa accada al veicolo, da quando ci mettiamo al volante a quando scendiamo. Una gran mole di informazioni che attraverso l’antenna Gps viene inviata in tempo reale alle assicurazioni per essere elaborata (non si sa come né da chi) e finire nei report online a uso dell’automobilista. O di chi, conoscendo la password, vi accede al posto suo. Insomma, oggi è il far west. E il presidente del Garante della Privacy Antonello Soro ha messo dei paletti grossi come tronchi al progetto “Check box” dell’Isvap, previsto nel decreto sulle liberalizzazioni del gennaio scorso. “Le imprese potranno trattare dati personali di soggetti identificati solo in caso di sinistro o in occasione delle scadenze contrattuali”, si legge nell’articolo 8 della bozza di regolamento. Solo a queste condizioni sarà possibile per la compagnia e per l’utente, attraverso applicazioni sul web, accedere alle informazioni raccolte sui viaggi in auto. Diversamente da come funziona adesso, con l’accesso libero per entrambi.

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