Arriverà mercoledì in consiglio dei ministri il regolamento che ridimensiona brutalmente la presenza dello stato in provincia di Isernia.
Stando al piano elaborato dal Viminale, spariranno questura e prefettura, al loro posto ci sarà un presidio territoriale.
Ma non sarà solo Isernia a subire i tagli della spending review del Ministero degli interni. Infatti, insieme alle strutture del capoluogo pentro, spariranno anche altre 68, tra prefetture e questure, diffuse in tutta Italia.
Una vera e propria destrutturazione dello Stato con pesanti ricadute in termini di sicurezza pubblica. E l’allarme dei sindacati della polizia già è partito.
Come si possono tagliare prefetture e questure quando la legge che accorpa le province è ancora ferma in commissione al Senato?
Si tratta di un pericoloso salto nel buio. Il programma varato dalla Cancellieri prevede che per sostituire gli uffici chiusi si istituiranno i presidi territoriali. Maggiori poteri invece saranno assegnati ai prefetti superstiti, che diventeranno rappresentanti dello stato sul territorio.
Spariranno 35 prefetture e 35 questure. 5,7 milioni di euro saranno risparmiati per i costi del personale e 35 milioni di euro tagliati come affitti attualmente pagati per gli immobili di questure e prefetture.
Il regolamento che sarà esaminato mercoledì dal consiglio dei ministri riorganizza gli uffici seguendo lo schema già previsto per la riduzione delle province delle regioni a statuto ordinario, passate da 86 a 51.
Al loro posto è stata prevista l’istituzione dei presidi territoriali che dovranno mantenere invariati i servizi ai cittadini, con particolare riguardo alla sicurezza pubblica, al soccorso e alla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.
Per Isernia e per l’Altomolise si tratta di un vero e proprio terremoto istituzionale.
Dopo i tagli alla sanità, arrivano anche i tagli alle strutture dello Stato. Si va verso il progressivo ritiro della presenza dei servizi pubblici che potevano servire da ammortizzatore in un periodo di così forte crisi economica. Davvero il futuro di Isernia si preannuncia tragico e bisogna chiedersi cosa resterà della provincia pentra nel giro di pochi anni.
Nessuna possibilità di sbocchi occupazionali e i giovani continueranno ad andare via. Resteranno solo gli anziani. Bisogna reagire.