RINCORSA di record negativi nel mondo del lavoro. A raccontarla sono le cifre dell’Istat relative ad ottobre: 2 milioni 870 mila disoccupati, 2 milioni e 877 mila precari, 3 milioni e 800 mila lavoratori part time, di cui oltre la metà non per libera scelta. Tradotto in percentuale significa parlare di quasi il 34% degli italiani, senza contare i circa 500 mila cassintegrati. Il record bruciato più preoccupante riguarda la disoccupazione giovanile salita al 36,5%: lo 0,6% in più in un mese e addirittura il 5,8% in più in un anno. Era dalla fine del ’92 che non si toccava un livello così allarmante.
La crescita della disoccupazione non riguarda comunque solo i giovani, ma tutta la popolazione in età lavorativa sia nella componente maschile (-2,5%) che in quella femminile (-4,4%). Basti pensare che l’esercito di disoccupati in un solo anno è aumentato di 644 mila unità (più 28,9%). Il che ha portato il tasso di disoccupazione globale, cioè in rapporto con il numero degli occupati, all’11,1% (2,3 punti in più in 12 mesi). Quanto all’occupazione, siamo al 56,9%, 45 mila persone meno in un anno. In compenso diminuisce il numero degli ‘inattivi’, come pensionati o casalinghe. Questo, spiega il direttore dell’Istat Giovannini, «è un fenomeno che sta avvenendo da mesi perché ci sono molte persone che al contrario di prima stanno cercando lavoro, e questo spinge verso l’alto il tasso di disoccupazione».

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