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lunedì, Maggio 6, 2024

Attacco frontale di Iorio al governo: “Ridotta l’autonomia del Molise. Pronto a chiedere un giurì d’onore al Presidente della Repubblica”

AperturaAttacco frontale di Iorio al governo: "Ridotta l'autonomia del Molise. Pronto a chiedere un giurì d'onore al Presidente della Repubblica"

Poco dopo le 20, con una nota dai toni durissimi pubblicata su Facebook, il presidente delle Regione Michele Iorio ha sferrato un attacco senza precedenti contro il governo Monti e il ruolo dei tecnocrati. A rischio, secondo il governatore, sarebbe la stessa autonomia della regione, minacciata da atti autocratici del potere centrale. Sanità, tagli ai fondi statali e ai fondi Fas sarebbero, secondo Iorio, l’oggetto di uno scippo di risorse e di sovranità perpetrato ai danni della Regione Molise. Durissime ed estreme le conseguenze paventate da Iorio che si dice pronto a ricorrere all’intervento del Capo dello Stato. Alla Presidenza della Repubblica – ha fatto scritto il governatore  – chiederò un “giurì d’onore” tutelando, in ogni caso, l’interesse assolutamente prevalente dei cittadini molisani”.

“Sono di rientro da Roma, dopo aver partecipato alla Conferenza Stato-Regioni. Basta con i tagli! Penso alla Sanità : quali grandi risultati – o danni – hanno prodotto i tecnici, i consulenti e gli advisor vari che il Ministero ha mandato in Molise? E dove sono finiti i fondi statali e FAS che spettano, di diritto, al Molise? Voglio risposte. Se non le otterrò, ricorrerò alla Presidenza della Repubblica. 

Questi tagli, che si stanno sommando di manovra in manovra, riducono in maniera sensibile e non più tollerabile le garanzie per i cittadini e la qualità dei servizi pubblici essenziali che hanno il diritto di ricevere dalle istituzioni, e in particolar modo dal sistema delle regioni. Penso ai servizi sociali e alla sanità, appunto, ma anche ai trasporti e alla scuola.

La nostra regione soffre più di altre della contrazione dei trasferimenti statali per via della ridotta capacità finanziaria autonoma, a ciò si aggiunge il nostro essere parte del SUD Italia e il risentire quindi anche delle ataviche problematicità di questa parte del Paese. Tutte criticità e negatività che ci rendono particolarmente difficile il percorso che abbiamo davanti. Ad esempio, nel settore della sanità, da anni ci troviamo ad affrontare il complesso cammino del Piano di Rientro. Questo ha comportato l’aver dovuto sopportare, con le tante difficoltà presenti, l’azione continua, marcata e ripetuta di tecnici, consulenti e advisor voluti e indicati dai diversi Ministeri. Un’azione che di fatto ha ridotto fortemente la nostra autonomia, contraendo il campo d’azione della politica e gli spazi di manovra del Governo regionale nell’amministrazione e nell’organizzazione di un sistema sanitario che deve tener conto di un territorio e di una popolazione che sconta diverse specificità.

In questi anni gli advisor del ministero e il famoso “tavolo tecnico interministeriale” non hanno oggettivamente raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati.

Come se non bastasse alla compressione del ruolo di governo e di programmazione degli organi democraticamente eletti dai cittadini, si è aggiunto il blocco di risorse a cui abbiamo diritto per circa 210 milioni di euro, tra fondi statali (150) e FAS (60). Con quelle risorse avremmo potuto non solo azzerare il disavanzo, ma sostenere una riorganizzazione di alta qualità e ridurre il peso fiscale che grava sui cittadini. Tutto ciò accadeva mentre un folto gruppo di fornitori, composto da tante piccole e medie imprese, aspettava con impazienza, e il più delle volte vanamente, di veder onorati i crediti vantanti nei confronti dell’ASREM e del resto del sistema sanitario. Cosa dire poi della situazione in cui versano alcuni reparti di diverse strutture sul territorio che denunciano criticità di funzionamento per carenza di personale. Condizione a cui questa sorta di “tecnocrazia” della sanità ha risposto con il blocco “senza se e senza ma” del turn over che ha causato, tra le altre cose, un enorme precariato. Questo pseudo “sistema tecnocratico” ha voluto dar vita anche, in parallelo, ad un clima di litigiosità e di contrapposizione assolutamente inusuale che ha vanificato l’atteggiamento di leale collaborazione che, come Regione, avevamo assunto e che aveva visto parte attiva anche l’ASREM e il suo Direttore. Quest’ultimo ha sempre operato in stretto collegamento con le varie strutture tecniche manifestando disponibilità e volontà ad adeguarsi a Piani programmatici e di indirizzo di volta in volta messi a punto dai Sub Commissari. Piani che non hanno mai avuto l’approvazione del famoso Tavolo Tecnico (conflitto tra organi dello stato?). In questi anni dunque abbiamo visto all’azione una tecnocrazia a più teste che non ha deciso e dove ha deciso ha creato danni direttamente ai cittadini. Ho cercato in tutti i modi di fornire la massima disponibilità a collaborare pagando anche politicamente nei confronti dell’elettorato che mi ha indicato responsabilità oggettivamente non mie. Ma purtroppo ciò non è bastato per giungere a risultati. Mi chiedo a chi giova tutto questo? Una domanda che mi pongo io e che si deve porre tutto il Molise. Invierò nei prossimi giorni una relazione dettagliata ai vari Ministeri e in carenza di risposte concrete chiederò alla Presidenza della Repubblica un “giurì d’onore” che possa finalmente chiarire quali sono gli obiettivi da raggiungere, tutelando, in ogni caso, l’interesse assolutamente prevalente dei cittadini molisani”.

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