16.2 C
Campobasso
martedì, Aprile 23, 2024

Sanità. Sul tavolo del ministro Balduzzi arriva un Piano a sorpresa. Indiscrezioni romane lo attribuiscono a Iorio e Di Sandro

AperturaSanità. Sul tavolo del ministro Balduzzi arriva un Piano a sorpresa. Indiscrezioni romane lo attribuiscono a Iorio e Di Sandro

di PASQUALE DI BELLO

Indiscrezioni romane dell’ultim’ora parlano di una bozza di Piano sanitario presentato al ministro Balduzzi dal presidente della Regione, Iorio, e dall’assessore al Nulla, Di Sandro. Il fatto, se confermato, potrebbe scatenare un caos politico – istituzionale. A Roma, infatti, è già arrivato il Piano redatto dal Commissario ad acta, Filippo Basso, che ha esautorato il Consiglio regionale del Molise da ogni prerogativa in materia

Un fantasma si aggira per gli ospedali del Molise, uno spettro biancovestito che si aggira anche per la strade di Roma, un Belfagor che pare abbia già trapassato le fredde e austere mura del Ministero della Sanità. E’ il fantasma del misterioso Piano sanitario regionale (o qualcosa di equivalente) che Iorio e Di Sandro, zitti zitti quatti quatti, avrebbero presentato al ministro Balduzzi. Il presidente di una Regione finita nel nulla e un assessore al Nulla (come potrebbe essere diversamente con una Sanità super commissariata?) – questa l’indiscrezione giunta al Giornale del Molise – avrebbero predisposto e sottoposto a Balduzzi un loro documento redatto non si sa bene a quale titolo e, principalmente, per quali meriti. Lo stato comatoso dei conti della Sanità molisana lo conoscono tutti, come sono note le impronte digitali di chi questo coma lo ha provocato. Il fatto, al di là della sciocchezza sesquipedale che rappresenterebbe, ha però un risvolto politico – istituzionale inquietante qualora risultasse vero. Con un volapié degno dei più grandi toreri, Iorio e Di Sandro avrebbero tentato di infilzare in un solo colpo non uno ma addirittura due tori: il commissario ad acta per la Sanità, Filippo Basso, e l’intero Consiglio regionale. Se questo tentativo ci sia stato o meno lo scopriremo nei prossimi giorni, che questo tentativo non serva a nulla possiamo dirlo sin da oggi. Sia Iorio che Di Sandro, con l’arrivo di Basso, sono stati formalmente e operativamente esautorati dai loro ruoli e se si spiega perché ci teniamo il primo (in fondo un presidente di Regione ci deve pure stare sino all’arrivo del nuovo), non si capisce perché continuiamo a tenerci il secondo. Un vero e proprio assessore al Nulla, salvo per le prebende, i fronzoli, i privilegi e i benefit che spettano ad un assessore. Soldi, per capirci, che potevamo anche risparmiarci lasciando Di Sandro a riposare sul Permaflex d’ordinanza in attesa di scaldare i motori per le prossime regionali o le prossime politiche. L’uomo di Colli, si sa, un pensierino a Roma a lo ha già fatto visto che qui, in Molise, il barometro segna tempesta.

Iorio e Di Sandro, sulla Sanità, non contano nulla ma nei mesi scorsi, a gran voce, da destra e da sinistra, si sono levati gridolini e grida di chi la sua avrebbe preteso di dirla. Parliamo del Consiglio regionale e della Commissione competente, la IV, che in più circostanze hanno rinfacciato a Filippo Basso di aver espropriato di una sua prerogativa la massima assise regionale, quella dove – ahinoi – siedono i rappresentanti che il popolo molisano si merita. La prerogativa di intervenire con suggerimenti, modifiche e correzioni sul Piano sanitario che il commissario Basso andava costruendo. Le cose, come tutti sanno, non sono andate esattamente così. Basso non ha sentito nessuno e, presa una busta, infilato dentro i documenti, leccato i margini e il francobollo, ha spedito a Roma il suo di Piano sanitario. Commissione, Consiglio, Destra e Sinistra sono restati quindi tutti con un palmo di naso e con quella espressione da comica inglese quando il tipica dei Mister Bean di turno che restano in mutande e non sanno più come nascondersi. E dovrebbero ora nascondersi due volte, lorsignori consiglieri, buggerati sia da Basso che dalla strana coppia Iorio – Di Sandro. Un doppio esproprio che dovrebbe fare indignare più d’uno o, perlomeno, indurre più d’uno a chiedere spiegazioni al presidente della Regione e all’assessore al ramo che, viste le condizioni, più che un ramo ci pare un ramo morto. Auguriamoci che nelle prossime ore si faccia chiarezza e che la politica smetta di giocare con la Sanità come se avesse tra le mani quel balocco di tanto tempo fa, quando eravamo bambini, fatto di un bambolotto smontabile a cui si potevano cambiare cuore fegato e polmoni senza danno. Al massimo, sbagliando, si accendeva una luce rossa e suonava una sirena. Qui, sbagliando, continua sempre a non succedere niente all’autore del danno ma la luce rossa, quella che s’accende, purtroppo non sta nella pancia del bambolotto ma nelle tasche dei cittadini.

Ultime Notizie