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venerdì, Aprile 26, 2024

Storace: “Non sarà Iorio il candidato”. Il Pdl sarebbe pronto a dirottare il governatore verso il Parlamento

AperturaStorace: "Non sarà Iorio il candidato". Il Pdl sarebbe pronto a dirottare il governatore verso il Parlamento

Francesco Storacedi Pasquale Di Bello

Il leader de la Destra, Francesco Storace, è stato in visita a Isernia e dalla città pentra ha lanciato un messaggio preciso, quello di una piena adesione alla coalizione di centrodestra ma ad una condizione, che il candidato presidente alle prossime regionali del Molise non sia Michele Iorio. A non ricandidare il governatore uscente, ha rivelato Storace, sarebbe lo stesso Pdl che avrebbe già deciso di dirottare Iorio in verso il Parlamento.

Mentre gli altri straparlano lui, Francesco Storace, il sanguigno leader della Destra, è uno dei pochi politici che quando parla, parla chiaro. In visita a Isernia ha svelato un arcano che se fosse confermato sarebbe la chiave di volta, anzi quella di svolta, per l’intero quadro politico regionale. Sarebbe lo stesso Pdl, nonostante le fughe in avanti di Iorio, a non ricandidare il governatore uscente alla presidenza della Regione. A frenare i vertici romani e a dirottare Iorio verso il Parlamento, sarebbe il complesso quadro giudiziario nel quale il presidente della Regione si trova. Molti i procedimenti nei quali Iorio si divide tra lo status di indagato a quello di imputato: da Black Hole all’ampliamento del cratere sismico, dal Termoli Jet a Open Gates all’Imam. Insomma, un orizzonte giudiziario che metterebbe in serio imbarazzo la segreteria nazionale del Pdl, specie in tempi di rinnovamento quando oltre al vizio occorre cambiare anche il pelo. E Iorio, come la si rigiri e la si rivolti, proprio di primo pelo non è. Pluricandidato e plurindagato, è un dato di fatto: ci sono i procedimenti e ci sono i precedenti. Ben cinque le candidature (compresa l’autocandidatura attuale): Di Stasi – Iorio (2000), Iorio – Di Stasi (2001), Iorio – Ruta (2006), Iorio – Frattura (2011), Iorio – ? (2012). Un bilancio decisamente ridondante per il governatore che, sommato alle disavventure giudiziarie, avrebbero indotto Alfano e Berlusconi a pensare per Iorio un percorso alternativo, una via d’uscita basata su un compromesso onorevole: in cambio della mancata riconferma, Iorio otterrebbe una candidatura blindata al Parlamento. Una promozione, come nel più tradizionale degli schemi mutuati da Santa romana Chiesa, decisa per nascondere una rimozione. Promoveatur ut amoveatur, come dicono quelli che hanno studiato quando non vogliono farsi capire.

L’effetto di una simile decisione, come prevedibile, sarebbe eclatante e potrebbe rimettere il centrodestra in corsa per un giro di elezioni che oggi, con Iorio candidato, ha già matematicamente perso. Sarebbe un vero e proprio “Big Bang” per la politica molisana, capace di sprigionare una quantità tale di energia da resuscitare speranze sepolte. In questa chiave va letto anche l’arrivo in Molise dell’osservatore nazionale, l’on. Raffaele Fitto, inviato a verificare proprio se vi siano le condizioni per una nuova candidatura di Iorio. Sul tavolo di Alfano sono molte la carte scritte con l’inchiostro del dubbio e ancora di più quelle scritte con quello del timore. Timore, se non certezza, di perdere tre regioni su tre: oltre alla Lombardia e al Lazio anche il piccolo Molise che in realtà, difronte a un manrovescio assicurato, rappresenterebbe un piccolo premio di consolazione. Un espediente verbale per dire che non è finita del tutto e che il centrodestra non è crollato su tutta la linea.

Certo, tutto questo dovrà fare i conti con la pervicace volontà di Iorio di ricandidarsi. I suoi, anche quelli più stretti, è da tempo che lo invitano al passo indietro per il bene dell’intera coalizione, ma lui da quell’orecchio non vuole proprio sentirci. Nonostante lo sguardo spento quanto quello di un pesce morto, Iorio alla parola “elezioni” continua a reagire come la rana di Galvani davanti a una scarica elettrica. Udita la magica parola, comincia a muoversi come la rana di Galvani, senza comprendere che sembra vivo ma in realtà è già pronto per il brodo.

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