«UN’ECLATANTE aggressione contro l’umanità». Il presidente egiziano Mohamed Morsi tuona contro Israele all’uscita della moschea Sharbatli, nella quale ha osservato il precetto della preghiera del venerdì. «L’Egitto e gli arabi — insiste — non lasceranno soli Gaza e il suo popolo». I bombardamenti della Striscia «sono un atto di manifesta ostilità e un fatto grave. Noi non siamo predicatori di guerra, al contrario facciamo appello a una pace vera e non unilaterale. L’Egitto di oggi è diverso da quello di ieri». I fedeli in visibilio gridano: «Ebrei, l’esercito di Maometto ritornerà». In piazza Tahrir, teatro e luogo-simbolo della rivoluzione contro Mubarak, si stanno radunando migliaia di dimostranti. La polizia è presente in forze. Il primo ministro egiziano Hisham Kandil, alla testa di una squadra di componenti del governo, fra i quali il responsabile della Sanità, ha visitato per tre ore la Striscia di Gaza. All’ospedale al-Shifa, nel cui obitorio si trovano alcune vittime dei bombardamenti, lo ha ricevuto il premier di Gaza Ismail Haniyeh, che da tre giorni si era reso irreperibile.