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martedì, Aprile 16, 2024

Campobasso: caos sulla Tarsu 2011, dal Comune “avvisi” anche a chi ha già pagato

QDCampobasso: caos sulla Tarsu 2011, dal Comune "avvisi" anche a chi ha già pagato

L’Ufficio Tributi parla di problemi informatici e di “flussi periodici non aggregati”. In sostanza, alcune somme accreditate al Comune mediante il pagamento dei bollettini all’Unicredit, non trovano correlazione con i dati di chi ha eseguito il versamento. Un problema, dunque, riconducibile al software gestionale fornito al Comune da una ditta specializzata che serve a comunicare l’avvenuto pagamento, nella fattispecie della Tarsu 2011, e chi l’ha eseguito. In questi giorni diversi cittadini stanno ricevendo comunicazioni dal Comune (raccomandata a.r.) nelle quali si chiede il pagamento della tassa sui rifiuti relativa al 2011. Chi ha pagato – dicono dal Comune – può stare tranquillo: basta esibire la ricevuta e il problema è superato. Restano, chiaramente, i disagi per quanti sono costretti a recarsi presso gli sportelli dell’Ufficio tributi, mettersi in fila, aspettare il proprio turno e “certificare” il pagamento mediante l’esibizione della ricevuta. Chi, invece, ha smarrito il documento, dovrà sottoporsi ad un ulteriore “salasso” a favore delle casse comunali. In questo caso, però, la legge è chiara: il cittadino è tenuto a conservare le ricevute dei pagamenti per cinque anni ed esibirle ad ogni richiesta. I termini di prescrizione, inoltre, variano a seconda del tipo di documento.  Il problema – sottolineano dal Comune – non è da attribuire ad errori o “sviste” della struttura che, assicurano, ha avviato le procedure (invio delle raccomandate), prima di venire a conoscenza che qualcosa nei “flussi periodici aggregati” non ha funzionato. Atto dovuto! Salvo poi verificare con l’azienda fornitrice del software che cosa non ha funzionato e perché. Resta chiaramente il cruccio per chi, rispettoso degli obblighi, ha pagato. Ma se non ha la cosiddetta pezza d’appoggio, dovrà farlo nuovamente. Intanto sulla questione è intervenuto l’avv. Fabio Del Vecchio del Codacons. Secondo il legale, gli avvisi di pagamento sono nulli (vanno però impugnanti alla Commissione tributaria entro 60 giorni dalla notifica) in quanto sugli atti manca l’indicazione del responsabile del procedimento e la sottoscrizione. Del Vecchio ha anche sollecitato il Comune ad una maggiore chiarezza e pubblicità verso i cittadini  e  ad individuare soluzioni alternative.

Lino Venditti

 

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