Le dimissioni dei 17 consiglieri comunali di centrodestra rischiano di diventare lo scoglio su cui potrà naufragare la seconda volta la nave condotta da Ugo De Vivo.
Sostanzialmente – come ha sentenziato il Tar Molise – quelle dimissioni sono valide a livello individuale, ma saranno esecutive solo dopo che il consiglio comunale avrà dichiarato l’eleggibilità dei 17 esponenti del centrodestra.
Questo significa che tutto è condizionato alla prima seduta dell’assise di Palazzo San Francesco. In quella sede si voterà l’eleggibilità e, se tutti e 17 i consiglieri definiti esodati, saranno dichiarati eleggibili, a quel punto usciranno di nuovo da Palazzo San Francesco e ci si avvierà al secondo scioglimento anticipato del consiglio comunale. La speranza è che almeno uno dei 17 non sia eleggibile, così da rendere irragiungibile la soglia della metà più uno sancita dalla legge. Ad avviso del Centrosinistra, sarebbero almeno tre i consiglieri comunali dimissionari a rischio ineleggibilità: Rosa Iorio, in qualità di dirigente Asrem, Gianni Fantozzi, perchè commissario dello Iacp, e Giancarlo Chiacchiari, un tecnico che avrebbe lavorato per il Comune. Ma si tratta solo di ipotesi. Comunque è questo il rompicapo che sta affliggendo De Vivo, alle prese più che con la nuova giunta, con la soluzione di un enigma tecnico-giuridico che al momento sembra irrisolvibile.
Ad oggi, la soluzione più probabile è quella della convocazione del consiglio, compresi i 17 dimissionari.
Soluzione che sta bene anche al mancato sindaco del Centrodestra, Rosetta Iorio, che si dice convinta del fatto che a Palazzo San Francesco dovranno rientrare tutti e 17 i dimissionari. (edg)