7.1 C
Campobasso
venerdì, Aprile 26, 2024

Consiglio regionale abusivo, lo sostiene un esposto alla Procura di Campobasso. Possibile un danno erariale da quattro milioni di euro

AperturaConsiglio regionale abusivo, lo sostiene un esposto alla Procura di Campobasso. Possibile un danno erariale da quattro milioni di euro

di Pasquale Di Bello

Secondo un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Campobasso, l’attuale Consiglio regionale usurperebbe una funzione che non gli compete alla luce delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno annullato le elezioni regionali. Usurpazione di potere politico e usurpazione di funzioni pubbliche, questi i reati ipotizzati. Inoltre potrebbe scattare una danno erariale di circa quattro milioni di euro.

La pagliacciata della staffa. Potrebbe essere questo il titolo di coda della miseranda rappresentazione che da un anno a questa parte sta dando di se la Regione Molise. No, Iorio questa volta non c’entra. Anzi, è l’unico che non c’entra e che può e deve restare al proprio posto (per ora).  Il problema è più ampio e vasto e investe il senso stesso di dignità di cui questa Regione sembra aver smarrito ogni traccia. Con una sentenza esemplare nelle motivazioni, il Consiglio di Stato ha confermato l’annullamento delle elezioni regionali del Molise cosi come già deciso in precedenza dal Tar. Detta alle spicce, quelle elezioni sono viziate ab origine poiché le liste di Molise civile e Udc non potevano e non dovevano essere ammesse alla competizione per una serie di vizi puntualmente riscontrati dai giudici amministrativi. Se lo era quindi prima, un Consiglio regionale di abusivi, a maggior ragione lo è oggi. A sostenerlo non è soltanto la logica e la regola ma, da qualche giorno, anche un esposto al plutonio presentato dagli avvocati Angelo Cima e Pietro Colucci alla Procura della Repubblica di Campobasso. Un esposto che potrebbe costare tantissimo ai consiglieri regionali qualora la Procura decidesse di procedere nei loro confronti. Oltre a parecchi anni di galera per il reato maggiore ipotizzato dai due legali, “usurpazione di potere politico” (da sei a quindici anni), vi sarebbe anche un danno erariale che, probabilmente, spaventa lorsignori più delle manette: a dir poco quattro milioni di euro. La cifra totale delle varie indennità percepite dai consiglieri regionali da maggio 2012 (data di pronunciamento del Tar) sino all’aprile 2013 (data delle probabili elezioni). A chiudere il cerchio, poi, è un altro reato ipotizzato nell’esposto (molto più plausibile): l’ “usurpazione di funzioni pubbliche”.

Cerchiamo di capirci, e cerchiamo dove si è smarrito il senso della dignità. Appare ormai evidente che questo Consiglio non abbia più ragione d’essere, tuttavia è tenuto in vita dalla ventilazione artificiale assicurata da una legge – anzi da una leggina – regionale fatta ad hoc per immunizzarsi dalla brutte sorprese, una legge – anzi una leggina – che per chi ne beneficia è una sorta di doppio mutandone di piombo buono a parare oltre che le sorprese anche i colpi a sorpresa. La legge è la legge Di Domenico (n. 2 del 13.02.2002) dal nome dell’inventore (perché è un’invenzione), di quel democristiano a 24 carati che è stato ed è tutt’ora Tommasino Di Domenico. Sulla suo profilo Facebook Di Domenico sfoggia oltre ad una sua immagine in versione maoista anche una bella gigantografia di Lotta continua ma è un depistaggio, un bluff. Solo un democristiano al Sidol, oltre che agli stessi carati di prima, poteva partorire una diavoleria del genere, una legge che consente ai consiglieri regionali di restare in lizza anche in caso di “annullamento dell’elezione del presidente della Giunta e del consiglio regionale”. Secondo quel geniaccio di Tommasino, i consiglieri regionali devono godere di questo privilegio: restare da dove dovrebbero sloggiare. E’ come se qualcuno, beccato sul treno a Bari senza biglietto, pretendesse di restare a bordo del Lecce – Milano sino al trionfale ingresso nella stazione centrale del capoluogo ambrosiano.

La legge dolcetto (perché tale è per chi ne gode) ha come risvolto il suo scherzetto. Dov’è? In queste paroline: “atti d’urgenza”. La legge – anzi la leggina – è limitata ai soli “atti aventi carattere d’urgenza”, come hanno ricordato la coppia di avvocati nel loro esposto. E quali sono, viene da chiedersi, gli atti di urgenza? Non certo la surroga di qualche consigliere dimissionario presso un nucleo industriale, come è avvenuto in occasione dell’ultimo (o del penultimo) Consiglio regionale. Il Molise, si sa, è come il servizio militare: da noi il facile diventa difficile attraverso l’inutile. Una cosa semplicissima, come la smobilitazione generale, diventa complicatissima attraverso una legge “inutilissima”. “L’unica attività realmente improrogabile – scrivono gli avvocati Cima e Colucci – è costituita dall’approvazione del bilancio, la cui mancanza paralizzerebbe l’operatività degli uffici”. Vista la situazione, tuttavia, gli avvocati probabilmente qui sbagliano. Prioritari, ancor prima del bilancio, sono sia l’approvazione della legge elettorale che lo Statuto regionale. Ecco, basterebbero queste due cose a giustificare la ventilazione artificiale di questo Consiglio da Pompe funebri. Ovviamente a una condizione: che per queste due sedute venga riconosciuto a lorsignori il gettone di presenza che, fatto un conteggio alla Blues Brothers, potrebbe essere a questo punto detratto come acconto sul maltolto.

Ultime Notizie