RomaCasini? «Da ricovero» se pensa al Monti bis, e comunque «morirà di tatticismi». Bersani? Abbia il coraggio di dire «come Grillo che vuole tenersi il Porcellum», e in ogni caso «non saremo suoi sudditi».
Lo scontro tra il leader del Pd e quello dell’Udc, che si descrivono come gli alleati strategici della futura maggioranza, arriva a un livello di decibel mai raggiunto prima. Tutta colpa del pasticcio sulla legge elettorale, ancora bloccata in Senato sul testo modificato con un «colpo di mano» da Udc e Pdl (soglia del 42,5% per accedere al premio di coalizione), e dello scenario sempre più confuso per la prossima legislatura. Nel quale irrompe a gamba tesa il tanto evocato Monti, spiegando serafico (stavolta al trimestrale francese Politique Internationale), che «nell’ipotesi in cui fosse impossibile costituire una maggioranza, io sarei là. Se servisse continuerei». E anche se da Palazzo Chigi si affannano a spiegare che l’intervista è stata realizzata tempo fa, a settembre, il senso cambia di poco.