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giovedì, Aprile 25, 2024

Editoria, una legge per cambiare

AttualitàEditoria, una legge per cambiare

Si torna finalmente a parlare con serietà e cognizione di causa di aiuti pubblici all’editoria, e la presa di posizione del presidente dell’Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro, non può che vederci al suo fianco, per una battaglia che si propone di mettere ordine in un settore che è di importanza strategica in una società moderna: la società della comunicazione.

«Le imprese devono essere libere di competere ed avere canali di accesso automatici agli aiuti – dice il presidente dell’Assostampa – nelle redazioni, grazie alle risorse pubbliche, devono lavorare giornalisti svincolati dalle pressioni della politica ed anche della parte datoriale, e questo si ottiene solo con la loro regolarizzazione contrattuale».

Quella dell’Assostampa, il sindacato dei giornalisti, è senza dubbio una proposta di legge che può garantire allo stesso tempo pluralismo dell’informazione, indipendenza, autonomia, e qualità.

Ma noi, da azienda leader di questo settore, a livello regionale, abbiamo anche il dovere di soffermarci su un altro aspetto.

Telemolise garantisce in questa regione circa 100 posti di lavoro, tra giornalisti, tecnici di bassa e alta frequenza, telecineoperatori, webmaster, speaker radiofonici e impiegati amministrativi.

La maggior parte di questi dipendenti è inquadrata con contratto di assunzione a tempo pieno e indeterminato.
E il solo costo del personale assunto dal gruppo editoriale di Telemolise si aggira intorno al milione di euro all’anno.

di Mauela Petescia

Questi sono i valori, oggettivi, e rappresentano un settore importante dell’economia regionale. Un settore che ha bisogno di aiuti, al pari di altri, come il tessile, l’alimentare, o il comparto agricolo.

Quegli stessi aiuti che le regioni – tanto più in una situazione economica così drammatica – concedono per salvaguardare i posti di lavoro, per rilanciare i consumi e l’economia, per creare un argine sociale ai piani di ridimensionamento, ai tagli del personale, ai licenziamenti.

E perché no? Per creare nuovi posti di lavoro, in una regione che ha nella disoccupazione intellettuale uno dei suoi problemi principali.

Posti di lavoro nella ricerca, nella sperimentazione, nelle nuove tecnologie, nelle nuove strategie della comunicazione, nelle nuove professioni.

Come potrebbe fare Telemolise, se adeguatamente sostenuta.

E come potrebbero fare altre aziende dello stesso settore (grandi, piccole, piccolissime, di giovani), un settore che nei mille rami della comunicazione può diventare trainante.

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