Il sindacalista e storico lavoratore della Solagrital, Giuseppe Spina, seppur soddisfatto, in parte, dell’accordo siglato tra la Regione e i vertici aziendali, in un comunicato, torna a ribadire le ragioni della protesta dei lavoratori, “una battaglia di dignità” dice.
Dopo il verbale di intesa che almeno da una certezza delle date per il gamento delle spettanze arretrate adesso bisogna continuare la “Resistenza” e la “lotta” a riguardo della vera “partita” che inizierà lunedi prossimo.Voglio ricordare che la vertenza Solagrital è molto difficile e complessa! I problemi sono tanti, e non può essere gestita solo a livello aziendale! Ci sono passaggi molto delicati, che tirano in campo soggetti diversi e responsabilità diverse! Il passaggio dei lavoratori, il futuro di Gam, il progetto industriale,sono questioni che vanno affrontate nelle sedi adatte altrimenti i lavoratori pagheranno un prezzo altissimo!
Le riunioni in azienda hanno un senso, solo se i soggetti al tavolo possono dare garanzie anche per chi non è presente. Primo Gam può essere ricapitalizzata? Quanti lavoratori possono passare? Con quale contratto? Quali sono i rapporti con il mondo commerciale? Quali i rapporti con AIA? Quali diritti garantisce ai lavoratori in termini di ammortizzatori sociali? E agli avventizi?
Queste risposte le può dare solo la regione. Per questo è necessario che il confronto si tenga a quel livello! Poi credo che bisogna fare chiarezza sul percorso, c’è una confusione senza precedenti e poi non è possibile che una situazione così delicata rimanga nelle mura dell’azienda.
Intanto è necessario che il commissario governativo cominci a chiedere il tavolo per la modifica della causale della cassa integrazione, da riorganizzazione ad amministrazione coatta. Poi il Governo Regionale cominci a spiegare quali difficoltà ci sono sulla Gam, e quale nuova soluzione societaria è necessaria per liberare quelle risorse deliberate! E deve dire anche come fa camminare la società con pochi danari. Perché se con 5 milioni di Euro pagano i lavoratori, la nuova società chi la finanzia? Le banche? ho seri dubbi.
La GAM deve uscire allo scoperto e contrattare le condizioni del passaggio (quanto personale va in produzione e quanto è fuori, piano sociale per l sostegno e il reimpiego, piano industriale ecc.,), se occorre liquidità per la ripartenza produttiva il management di GAM ricorra al sistema bancario (la stessa GAM credo sia capitalizzata abbastanza per poterlo fare),se GAM non riesce ad autofinanziarsi col sistema bancario la Regione stanzi altri soldi, eventualmente con decisioni condivise dalla minoranza anche eventualmente nominando insieme un nuovo management meglio attrezzato ad affrontare la situazione. Ma il tavolo regionale non basta,serve un confronto presso la Prefettura di Campobasso con risposte che debbono offrire i Ministeri ( Attività Produttive, Agricoltura e Lavoro ). Se al tavolo non ci sono interlocutori che possono dare delle risposte serie, rigorose ed attendibili alle domande delle rappresentanze sindacali, rimane il rischio che qualsiasi cosa succeda non garantisca concretamente i lavoratori. Chi potrà mai dire degli ammortizzatori sociali in deroga, dell’accesso alla cassa integrazione per gli avventizi, della mobilità , se al tavolo non ci sono i soggetti preposti a quelle materie o che abbiano quelle competenze di legge ?.Quindi per risolvere definitivamente il problema di crisi di Solagrital ,comunque,c’è necessità di un tavolo nazionale presso il Ministero dell’Economia con il Ministero dell’Agricoltura e quello dello sviluppo, la Regione Molise, il commissario Tacchilei e GAM, impegnare il Governo ad adottare tutte le misure contenute nel pacchetto per il mezzogiorno per rilanciare l’operatività dello stabilimento bojanese e traghettare il tutto ad un imprenditore (che sia AIA , Fileni non interessa) che investendo anche di suo prenda le redini di tutta la filiera, che non sarà indolore ma che almeno consentirà di salvare buona parte del tessuto lavorativo in essere.