Il lavoro c’è, ma intanto lo stipendio non arriva da mesi. C’è chi non prende il salario da marzo. Sembra un paradosso e invece succede alla Fami di Termoli, azienda del Nucleo Industriale dove dal 1974 si realizzano infissi di legno e alluminio per porte e finestre. E’ sempre andata a gonfie vele, fino alla crisi, che ha colpito tutti. Ma nonostante le commesse sono calate la catena di montaggio non si è mai fermata, gli operai continuano a lavorare, e lo stipendio continua a non arrivare.
Dopo un anno di cassa integrazione, molti operai hanno accettato anche il contratto di solidarietà. Una riduzione dell’orario di lavoro in cui parte della busta è pagata dall’Inps. La restante parte che dovrebbe pagare l’azienda, però, non è mai arrivata. I 35 dipendenti, per lo più operai sono stanchi, fanno fatica ad andare avanti. C’è chi non paga l’affitto di casa da mesi, che si è indebitato con amici e parenti per tirare a campare. E ora sono in sciopero. A oltranza. Fino a quando l’azienda che fa capo a Vittorio Colella di Montefalcone non inizi almeno a pagare qualche stipendio. <<Non c’è liquidità>> avrebbe detto l’amministratore delegato agli operai.
Il problema è che le banche hanno chiuso i rubinetti e, dunque, l’accesso al credito. In questo modo, però, viene bloccata anche quel poco di economia che continua a girare nonostante la crisi. Ora gli operai chiedono che i soci facciano la loro parte anticipando i soldi che servono a non buttare sul lastrico le famiglie.