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venerdì, Febbraio 14, 2025

Brasiliana uccisa a Isernia, parola alla Cassazione

RegioneBrasiliana uccisa a Isernia, parola alla Cassazione

L’appuntamento è per giovedì alla Corte di Cassazione. Per Ignazio Fortini questa è l’ultima possibilità per dimostrare la propria innocenza. Il geometra di Letino è accusato di aver ucciso Marinalva Costa e Silva, prostituta brasiliana che viveva in un monolocale nel centro storico di Isernia. Sono ancora molti i dubbi da chiarire e una recente puntata di “Un giorno in pretura”, in onda su Rai Tre, non ha aggiunto nulla di nuovo a una vicenda che comunque vada lascerà aperti molti interrogativi. L’omicidio risale al 2008. In primo grado l’imputato è stato condannato a 21 anni, mentre in appello la pena è stata ridotta di 3 anni. La difesa conta di ribaltare le due sentenze, puntando sull’assenza di prove (ad esempio l’arma del delitto non è mai stata ritrovata) e sulle ricostruzioni fatte dagli inquirenti, ritenute inconsistenti. Né convince il movente, ossia una presunta lite scaturita dal pagamento di un rapporto sessuale finito troppo presto. Di contro c’è un indizio ritenuto fondamentale dalla pubblica accusa: il telefonino della brasiliana. Sparito dalla scena del crimine, si è riattivato dopo alcune settimane. Lo aveva quella che era considerata la fidanzata di Fortini, Luciana Armenti. La ragazza ha detto che quel cellulare glielo aveva regalato il suo ex, ma l’imputato ha sempre negato, dicendo anche di non aver mai avuto una relazione stabile con lei. Gli stessi concetti Fortini li ha ribaditi in una lettera che le ha inviato dal carcere di Vasto nell’aprile del 2011, nella quale la invitava a dire tutta la verità. Lo stesso aveva fatto con il cugino, Guglielmo Di Stavolo. Erano insieme – ha sempre sostenuto Fortini – quel giorno in cui si incontrò con la brasiliana. Ma in quel monolocale, ha detto durante il processo il pm Alfredo Mattei – non sono state trovate tracce riconducibili a Di Stavolo.

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