L’ex candidato dei grillini alla presidenza della Regione parla al Giornale del Molise e, con molta chiarezza, espone l’apertura verso i movimenti civici come Costruire democrazia. Quello che però Antonio Federico dice con altrettanta chiarezza è destinato a far discutere: un no secco alla candidatura di Massimo Romano. “Ha già due mandati alle spalle ed è quindi improponibile per un terzo”. A sbarrare quindi la strada al leader di Costruire democrazia il severo e inderogabile regolamento che si sono dati i grillini e che vale sia per loro sia per gli interlocutori del movimento 5 Stelle. Alle dichiarazioni di Antonio Federico non si fa attendere la replica di Romano: “Pronto al passo indietro pur di coalizzare i due movimenti”.
Abbiamo fatto la cosa più semplice che c’era da fare. Abbiamo chiamato al telefono Antonio Federico, candidato del movimento 5 Stelle alle scorse regionali e uno tra i principali attivisti dei grillini molisani. Alcune parole di plauso da lui pronunciate nei confronti di Massimo Romano, o meglio dell’attività svolta dal leader del movimento civico Costruire democrazia, sono state probabilmente travisate e contrabandate per possibili prove tecniche di alleanza. “Niente di più sbagliato – dice Federico – Costruire democrazia, al pari di tutti i movimenti civici, è un potenziale soggetto di dialogo con 5 stelle. Tutto qui. Aggiungo che con Costruire democrazia abbiamo portato avanti, per percorsi autonomi, alcune battaglie comuni ed è per questo che ho espresso il mio apprezzamento verso il lavoro svolto da quel movimento”. Poi, senza mezzi termini, Antonio Federico aggiunge: “Romano non potrebbe tuttavia essere candidato alle regionali. Lo impediscono le regole che ci siamo dati e che per noi valgono in ogni caso, come quella del doppio mandato ad esempio, e Romano è già alla sua seconda presenza in Consiglio regionale”. E allora, come stanno le cose? “Le cose stanno in questi termini: Sì a Costruire democrazia, no a Romano”. Più chiaro di così l’esponente dei grillini molisani non potrebbe essere, e poi aggiunge: “In ogni caso qualsiasi decisione di affiancamento ad altri movimenti civici, compreso Costruire democrazia, dovrebbe essere esplicitamente approvata dal movimento”.
La notizia c’è ed è di quelle che faranno discutere nelle prossime ore. Il leader di Costruire democrazia, col quale, prima della telefonata con Federico, ci siamo incontrati ha esplicitamente detto: “La mia è una battaglia sui programmi. E’ di questo che voglio discutere. Costruire democrazia non è Massimo Romano, ci sono tanti altri soggetti. Non è una questione personale, ribadisco, è una questione legata alle cose da fare”. Interrogato poi sui grillini, Massimo Romano è stato più che chiaro: “Non è il mio nome l’argomento in discussione. Costruire democrazia è un soggetto che va oltre Massimo Romano”.
Due conversazioni, quelle che abbiamo riportato, a loro modo speculari e che lasciano aperte molte strade. Se Federico dice sì a Costruire democrazia e no a Romano, è evidente che i discorsi collimano quando è Romano a dire che il suo movimento va oltre la sua persona. Possibile allora che ci siano intese all’orizzonte che vedano convergere i due movimenti su un nome comune? Questo è difficile da dirlo ora e forse anche prematuro. E’ certo che lo scacchiere civico potrebbe crescere e maturare in breve tempo e recitare un ruolo da protagonista alle prossime regionali. Con i due schieramenti classici, centrodestra e centrosinistra, opachi e impegnati nelle manfrine da bovari tipiche di chi è vittima, oltre alla confusione, anche della bulimia da potere, la rete civica potrebbe diventare improvvisamente forte. E’ chiaro che ciò passerebbe attraverso un percorso minato dove se da un lato il meccanismo si potrebbe inceppare per la refrattarietà generale dei grillini a qualsiasi tipo di alleanza, dall’altro la strada potrebbe essere sbarrata a Romano da chi nel suo movimento predilige strade più ordinarie ad un percorso dagli esiti incerti e dall’approccio naif. Vi è poi di fondo un problema, quello della governabilità. Non basta convincere per vincere, poi bisogna saper amministrare e su questo punto sono in molti a sollevare il sopracciglio. Mancano, in effetti, tanto ai grillini quanto a Romano e Costruire democrazia una concreta esperienza di governo.
La situazione al momento è questa, quindi. No secco a Romano, apertura verso Costruire democrazia e gli altri movimenti civici. Questo il segnale che arriva dalla galassia 5 Stelle. In tutto questo ci sono da capire due cose. La prima riguarda l’Italia dei valori: come si posizionerà davanti a una intesa tra 5 Stelle e Costruire democrazia? Di Pietro, infatti, è vicino a due cose incompatibili tra loro: Beppe Grillo e Paolo Di Laura Frattura. Salvo ipotizzare sbocchi lunari, è chiaro che se l’Idv dovesse convergere sull’asse 5 Stelle – Costruire democrazia, sarebbe costretto scaricare Frattura. Fatto altamente improbabile. L’altra questione riguarda il Pd che, dal canto suo, continua a lanciare segnali verso Romano e a costruire ponti verso Costruire democrazia. Se Romano sgombrasse il campo dalla sua presenza e mettesse al centro di una intesa con i grillini il suo movimento al netto della sua persona, che farebbe il Pd davanti ad una simile scenario? A questi interrogativi oggi non è possibile dare una risposta ma tra qualche giorno le cose potrebbero essere più chiare. Con un quadro altamente frammentato, con le varie separazioni nel centrodestra e nel centrosinistra, 5 Stelle, Costruire democrazia e altri soggetti civici potrebbero davvero vincerle le regionali del 2013. Quello che accadrebbe dopo è una baraonda governativa che non riusciamo a immaginare ma di certo questa sarebbe la prospettiva più rivoluzionaria. Una vera e propria palingenesi politico-istituzionale per il Molise.
Poscritto
L’intervista al Giornale del Molise rilasciata da Antonio Federico non è restata priva di conseguenze. Gli ha fatto immediatamente eco Massimo Romano dichiarando la propria disponibilità al passo indietro pur di favorire l’avvicinamento tra i due movimenti. “Pronto a tutto, anche ad un passo indietro, pur di coalizzare Costruire Democrazia con il Movimento 5 stelle, a partire dalle prossime elezioni regionali. Questo sistema marcio e trasversale va abbattuto. Per farlo occorre unire le forze, non frammentarle in base a personalismi o vicende individuali”. Questo il messaggio molto netto e chiaro del leader di Costruire democrazia.