Ormai da troppo tempo il piano di rientro per i debiti nella sanità vengono scaricati, senza colpo ferire, sui cittadini e i pazienti che si rivolgono quotidianamente presso le strutture sanitarie di questa Regione. Questa volta a farne le spese sono i pazienti del Centro Trasfusionale di Larino.
Michele Mignogna
Basta un dipendente che usufruisce della Legge 104, e uno che si ammala e un intero reparto ospedaliero è messo a repentaglio, questo è successo questa mattina al Vietri di Larino, dove i due dipendenti per motivi personali, e giustificati, non hanno potuto raggiungere il posto di lavoro, con il risultato che il Responsabile del centro trasfusionale il dottor Rino Trivisonno, solo in reparto, ha dovuto fronteggiare una decina di pazienti che dovevano fare il prelievo del sangue. A questo punto, il dottor Trivisonno che non si perde d’animo, non può far altro che chiamare la Direzione Sanitaria, che senza mezzi termini e in presenza di testimoni, dice al dottore di non disturbare più di tanto. Non solo, sempre il dottor Trivisonno, evidentemente impossibilitato a garantire il servizio ai pazienti, ha chiamato anche il Dottor Spagnuolo, Primario del reparto, e per tutta risposta, anche questa in presenza di testimoni, ha detto tranquillamente al dottore di “chiudere il reparto e rimandare tutti a casa”, va ricordato che il Centro Trasfusionale di Larino, negli anni passati riusciva a rifornire di tasche di sangue tutti gli Ospedali della Regione, tanto era il lavoro che medici e personale infermieristico facevano. Bisogna dire comunque, che i pazienti in attesa arrivavano anche da altri Comuni del circondario e che hanno raggiunto il Vietri prestissimo in vista delle file da fare. Insomma continuano le mancanze e i disservizi soprattutto all’interno del Vietri, l’Ospedale più colpito dalla mannaia della Regione che sta imponendo un piano di rientro al limite di ogni decenza umana, con tagli ai reparti spaventosi, e soprattutto, senza il personale sufficiente a far fronte a tutti i bisogni delll’Ospedale, scaricando tutto sulle spalle di ignari cittadini, bisognosi di cure, e che credono di trovare ancora all’Ospedale di Larino tutto ciò che serve, ma purtroppo questa storia racconta che cosi non è.
