Il principio è semplice: finanziare progetti di ogni genere con donazioni online, anche di cifre piccolissime. Per sviluppare app, videogiochi, dischi, progetti benefici. Negli Usa è già un succeso ma da noi la diffidenza è ancora tanta. Se ne parla domani a Roma nella prima conferenza dedicata al tema.
Lo sviluppo di un videogioco, la produzione di un orologio, il lancio di un’azienda tecnologica o l’acquisto di biglietti per finanziare un concerto. Sono i tanti volti diversi di un fenomeno che ogni giorno diventa sempre più vasto: il crowdfunding, la raccolta di denaro da centinaia di piccoli contributori attraverso la Rete. Fenomeno ormai consolidato negli Stati Uniti, il crowdfunding sta lentamente prendendo piede anche nel nostro paese, come dimostrano la nascita di diverse realtà specializzate e la prima conferenza sul settore, CrowdFuture, in programma sabato 27 ottobre a Roma con la presenza di speaker internazionali come Dan Marom, autore di The Crowdfunding Revolution.
“In Italia siamo ancora indietro, e per questo è importante spiegare il fenomeno, sdoganandolo anche tra i non addetti ai lavori”, spiega Carlo Frinolli, organizzatore di CrowdFuture, “Dobbiamo però sfatare dei miti: deve essere chiaro che con il crowdfunding non si può salvare l’economia o il paese, ma è un elemento in più a cui non si dovrebbe rinunciare in un periodo in cui l’accesso al credito è tanto difficile”.