Chi aveva le competenze per farlo, non ha allertato i cittadini della scossa di terremoto che avrebbe devastato l’Aquila e ammazzato decine di cittadini inermi, hanno sottovalutato il pericolo determinando con il loro comportamento una sciagura altrimenti evitabile. Queste in sintesi le parole, durissime dei Giudici del Tribunale de L’Aquila.
Michele Mignogna
Sentenza storica contro la scienza è stata definita da alcuni scienziati, quella emessa a carico di Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi, componenti della Commissione Grandi Rischi, e condanna a sei anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che nei giorni precedenti avevano addirittura minimizzato il movimento tellurico in Abruzzo, un comportamento che, secondo i Giudici poteva, anzi doveva essere, evitato in modo da salvare decine di vite. Infatti secondo i Giudici, che si sono avvalsi di perizie e consulenze, la Commissione, aveva la possibilità di prevedere, nel breve periodo, quello che sarebbe successo in quella parte dell’Abruzzo. “Sono avvilito, disperato. Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono accusato”, ha commentato Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). “Una sentenza sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e nella valutazione dei fatti”, ha affermato l’avvocato Marcello Petrelli, difensore del professor Franco Barberi. “Una sentenza che – ha aggiunto – dovra’ essere rivalutata in appello”. “Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini”, ha spiegato Bernardo De Bernardinis, ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell’Ispra. “La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio – ha aggiunto – le accetterò fino in fondo”. “La mia credo sia la testimonianza di dignità di un funzionario pubblico” ha aggiunto De Bernardini. Queste le prime reazioni dei condannati, che ora, come già annunciato, ricorreranno in Appello. Insomma una brutta storia, quella del terremoto abruzzese, che forse in questa fase ha trovato un po’ di giustizia, una giustizia che non restituisce i morti alle proprie famiglie, ma inquadra una sciagura in maniera diversa. I condannati infine dovranno risarcire i familiari delle vittime con 7,8 milioni di euro il, a questa cifra vanno sommate le spese giudiziarie delle parti civili che ammontano a oltre 100 mila euro. Anche la Presidenza del Consiglio è stata dichiarata responsabile civile per la morte di 29 persone e dovrà provvedere, in solido con i sette condannati, al risarcimento dei familiari delle vittime e del Comune dell’ Aquila, parti civili nel processo. Palazzo Chigi dovrà concorrere, con gli imputati, anche al pagamento di oltre 7 milioni provvisionali esecutive.