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sabato, Luglio 27, 2024

Atto vandalico nel luogo dove morì Ghoerghe Radu

AttualitàAtto vandalico nel luogo dove morì Ghoerghe Radu

Quando sono arrivato sul posto ieri pomeriggio, in quella campagna persa, tra Nuova Cliternia e Portocannone, non riuscivo a credere ai miei occhi. La grossa croce di ferro messa dalla vedova e dalla figlia di Gheorghe RADU nel luogo dove venne lasciato morire dall’ignavia umana, era piegata, i fiori di plastica legati molto bene al cippo erano scomparsi, insieme alla corona apposta il 29 luglio nella ricorrenza del quarto anniversario dell’infortunio mortale. Maria, visibilmente commossa, appena allertata a Torremaggiore da un connazionale. mi aveva avvisato qualche ora prima e non riusciva a spiegarsi l’accaduto. L’ho tranquillizzata e mi sono recato sul posto. Ciò che ho visto si commenta da sè e ha fatto bene Maria a documantare il tutto attraverso foto che girano in rete e sporgendo denuncia contro ignoti ai Carabinieri di Campomarino già da ieri sera. Ma questo episodio interroga le nostre coscienze e non può rimanere confinato ad un accertamento delle Forze dell’Ordine. Già in passato, ignoti avevano divelto la prima croce in legno messa nello stesso luogo dalla vedova e dalla figlia. Oggi è stata piegata anche la croce di ferro. Ma a chi spaventa una croce cristiana che vuole semplicemente ricordare che in quella campagna è stato lasciato morire un uomo di 35 anni ? Maria ha avuto il coraggio e la dignità di non tacere in questi anni. Si è costituita in giudizio e si è affidata alla Magistratura. Contestualmente tiene viva la memoria di Gheorghe intervenendo ad eventi pubblici come quello di Termoli del 3 settembre scorso quando presso la sede dell’Università si è commemorato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il suo monito è che non accada ad altri migranti ciò che è accaduto a Gheorghe. Ed è amaro per il Molise che proprio nel giorno in cui si è inaugurata la Casa delle Culture a Campobasso aprendo il varco all’accoglienza e all’integrazione, in contrada Cocciolete qualcuno ha risposto accanendosi contro una croce. Sono convinto che Don Nicolino, il parroco di Nuova Cliternia, da sempre sensibile e attento a questa vicenda, saprà promuovere insieme a tutti coloro che non si arrendono a questi gesti indegni, un evento sereno, pacato ma fermo in difesa di quel simbolo di fede che intimorisce chi è dalla parte del torto.

Michele Petraroia

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