Dietro alla magia dei Beatles, alla qualità surreale, sognatrice, ruffiana, liberatoria che ha rovesciato le carte non solo del pop, ma di tutta la musica del 900, c’è un uomo che con la liberazione, la psichedelia e il pop ha pochissimo a che spartire, almeno in apparenza.
A 50 anni esatti dal primo singolo dei Fab Four, Love me do, guidato da un giro di sette note (di numero) di armonica blues a cura di John Lennon e riempito da armonie vocali seduttive, è giusto ricordare la figura di George Martin, il produttore dei quattro ragazzi di Liverpool
CAMICIA, CRAVATTA E NIENTE DROGHE. Quello che per convenzione viene definito «il quinto beatle», ma che meriterebbe di slittare di un paio di posizioni in avanti.
Dopo Lennon & McCartney, il principale artefice del successo degli ‘scarafaggi’ è lui. Il signore dall’aria aristocratica, in camicia bianca e cravatta, che si vede in molte foto in studio coi Beatles, e che a qualche decennio di distanza dalla Summer of love della psichedelia ha dichiarato: «Non ho mai preso droghe. Forse mi sono perso qualcosa».
Oltre alle infinite celebrazioni, riedizioni, mostre sui Beatles, sarebbe il caso di dare un’occhiata al dvd Produced by George Martin, uscito da qualche settimana, biografia con interviste del re dei produttori pop.
