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sabato, Aprile 20, 2024

Astore sono pronto a fare il Presidente della Regione: “Se mi chiamano rispondo sì all’appello”.

IntervisteAstore sono pronto a fare il Presidente della Regione: “Se mi chiamano rispondo sì all’appello”.

Peppino Astore, senatore in forza al centrosinistra, dichiara la propria disponibilità a candidarsi come governatore del Molise. Secondo Astore quella del Molise è una fase emergenziale che potrebbe coincidere con la perdita dell’autonomia regionale. Per scongiurare tale pericolo occorre superare lo schema centrosinistra – centrodestra e dare vita ad una maggioranza e ad un governo di emergenza che riparta da zero. Per il tempo limitato di una sola legislatura.

Gli occhietti sono sempre quelli da furetto, anche a settant’anni (ancora da compiere, dice con civetteria) e il piglio è il solito piglio lucido e battagliero. Stiamo parlando di Peppino Astore, democristiano di lungo corso e senatore della Repubblica. Facciamo con lui un viaggio in treno per Roma e l’occasione è ghiotta per uno scambio di idee che parte subito con una bomba, come avrebbe detto la buonanima di Maurizio Mosca istigato da peldicarota Biscardi al Processo del lunedì. E la bomba è questa: “Sono disponibile a candidarmi a Presidente della Regione Molise qualora il Consiglio di Stato dovesse sancire il ritorno alle urne”. Poi aggiunge: “Mi considero una risorsa di esperienza e coerenza all’interno del centrosinistra e se mi chiamassero risponderei si all’appello”.

Il ragionamento è chiarissimo e parte da una considerazione, quella del superamento delle divisioni interne ad un centrosinistra carente anche sul piano programmatico. “E’ necessario che sorga una nuova iniziativa, che vada oltre il centrosinistra e che parta da una riflessione: quella che sta vivendo il Molise è una fase emergenziale che mette in pericolo la stessa autonomia regionale. Di questo passo l’ipotesi che Monti e Patroni Griffi possano cancellare la nostra regione è un pericolo concreto. Un pericolo da scongiurare, poiché è dimostrato da una ricerca che ho commissionato all’ufficio studi del Senato che le dimensioni ridotte di un territorio possono essere una risorsa in termini di benessere e prodotto interno lordo. Lo dimostrano le esperienze comparate della Germania, della Spagna, del Regno Unito e del Canada”.

Senatore, gli chiediamo, sia più chiaro. “Io sono e resto un uomo del centrosinistra e quindi, in linea teorica, auspicherei un confronto col centrodestra; devo tuttavia rilevare che dieci anni di governo Iorio hanno messo in ginocchio la Regione e che è quindi necessario chiamare a raccolta, per un tempo limitato, una sola legislatura, tutti coloro che vogliono garantire al Molise un futuro che lo lasci indenne dalle strette del governo centrale e che lo risollevi dallo stato di degrado economico e sociale nel quale è finito. Penso che, in tal senso, vada stabilita una base programmatica con uomini provenienti anche dal centrodestra che siano animati da questo proposito, quello di dar vita  ad una fase di transizione e di ricostruzione che duri una sola legislatura per poi tornare alla normale dialettica tra i due schieramenti. E’ necessario ripartire da zero, su tutto: lavoro, sanità, infrastrutture, formazione e programmazione”.

Senatore, ma per questo non basta il centrosinistra? “Il centrosinistra così com’è è lacerato al suo interno e, purtroppo, non ha un programma preciso e condiviso. Se il Consiglio di Stato dovesse decidere per il ritorno al voto, bisognerebbe aprire immediatamente un cantiere che ci porti compatti e preparati sino ad aprile, data probabile delle elezioni. E poi c’è un punto, un nodo da risolvere: il centrosinistra non può, e non doveva, candidare una figura che per molti anni è stata organica all’altro schieramento”.

Astore il nome non lo pronuncia, ma quello che viene evocato è chiaramente Paolo Di Laura Frattura, una candidatura che Astore non ha mai appoggiato e digerito. Diverso il discorso per il sindaco di Riccia, Micaela Fanelli: “Una persona certamente valida e preparata. Come valido e preparato è Massimo Romano che – aggiunge con una punzecchiatura – dovrebbe essere più fermo e meno ondivago nelle sue simpatie politiche”.

E se Iorio continua e il Consiglio di Stato non conferma l’annullamento del Tar?Allora c’è bisogno di un’opposizione diversa, che sappia fare delle proposte che al momento non vedo. Ad esempio, qual è la posizione sulla Sanità? Io vedo un’opposizione appiattita solo sul populismo demagogico che nel tentativo di salvare tutto alla fine non riuscirà a salvare niente. Va razionalizzato il sistema, puntando su tre presidi ospedalieri, Temoli, Campobasso e Isernia e puntando ad una efficace medicina del territorio che riqualifichi le strutture di Larino, Agnone e Venafro. Va favorita una forte integrazione pubblico-privato con la ex Cattolica e col Neuromed, tenendo conto che le strutture private dovranno garantire la specializzazione e il pubblico dovrà mantenere una corsia preferenziale sul piano delle prestazioni ordinarie”.

Sul piano politico, invece, da dove bisogna cominciare il lavoro? “Da una stretta alleanza con tra Pd e Idv. Con Di Pietro ho mantenuto un ottimo rapporto, stessa cosa col Pd. Insieme al Pd e all’Idv andrebbe fatta immediatamente una legge elettorale che abolisca il listino maggioritario A proposito, io alle primarie voterò Bersani perché sono convinto che alla carta d’identità vadano coniugate la meritocrazia e le capacità”.

Perché dice questo, si sente forse sulla lista dei politici da rottamare? Astore non risponde ma sorride, poi dice: “Se mi chiamano, io sono a disposizione”. Intanto il treno è arrivato a Roma e lui scende. Gli occhietti dietro le lenti si sono fatti ancora più furbi mentre lui sparisce tra la folla della stazione termini, caracollante mentre si trascina il suo bagaglio.

 

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