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mercoledì, Maggio 15, 2024

Romano replica a Iorio: “Io ci metto sempre la faccia”

AttualitàRomano replica a Iorio: “Io ci metto sempre la faccia"
Massimo Romano

Romano replica a Iorio: “Io ci metto sempre la faccia. Come al solito si guarda il dito invece della luna: vuoi vedere che è colpa della stampa se sono in fallimento tutte le aziende su cui abbia messo le mani la Regione?”

Dopo la conferenza stampa di Michele Iorio, che aveva parlato di una regìa unica nell’attenzione della stampa nazionale sul Molise indicando nel Consigliere regionale Massimo Romano l’artefice, arriva a strettissimo giro la replica di Romano: “Io ci metto sempre la faccia in quello che faccio, su quello che dico e su quello che scrivo, non solo in Consiglio regionale ma anche quando mi rivolgo agli organi competenti per denunziare sperperi di denaro pubblico o preannunciati fallimenti industriali a danno di migliaia di lavoratori. Ci metto la faccia anche quando gli altri tacciono o fanno finta di non vedere, come è accaduto per le più significative battaglie, da Solagrital a Zuccherificio. Che poi Iorio si lamenti perché la “sua stessa maggioranza non lo difende e resta in silenzio” lo capisco, anzi lo compatisco: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Lui ha creato un sistema che ha sistematicamente offeso e calpestato i meriti, anche nella selezione della classe dirigente, e ora ne paga il prezzo. Sono d’accordo con lui: l’ignavia è una delle piaghe del nostro tempo, frutto della diseducazione ai meriti e conseguenza di un sistema che ha premiato più il servilismo che non il coraggio e l’indipendenza di giudizio. Il problema è che io, e non solo io, imputo a lui le principali responsabilità di questo dato.”

Infine, sull’ipotesi di una “regìa unica” che avrebbe orchestrato l’attenzione della stampa nazionale (indicato in Massimo Romano) l’interessato risponde: “Guarda il dito e non la luna: se la stampa nazionale si occupa della scandalosa gestione della cosa pubblica in Molise la colpa è di chi, gestendo, ha creato il disastro, non di chi ha avuto il coraggio di denunciarlo per tempo né di chi lo racconta onorando un dovere di cronaca.

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