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sabato, Maggio 4, 2024

Basso Molise, parte la campagna dell’olio: si punta sulla qualità

RegioneBasso Molise, parte la campagna dell'olio: si punta sulla qualità

Nei paesi si rimette in moto la filiera dell’olio e piccoli e grandi produttori iniziano a fare i conti con la nuova campagna.

Frantoi aperti nei vari centri dove per quasi due mesi la raccolta delle olive anima le contrade e modifica anche per tante famiglie i ritmi della vita quotidiana.

L’obiettivo è quello di ottenere un prodotto come sempre di ottima qualità, una buona resa e una produzione abbondante.

Secondo gli esperti del settore se per la bontà del prodotto e per la resa le aspettative sono molto positive, riguardo alla quantità di olive raccolte si delinea un quadro a macchia di leopardo.

In sostanza zone del Basso Molise e dell’area del Fortore dove gli alberi sono pieni di olive e altre contrade dove le condizioni climatiche non hanno permesso una buona allegagione.

Stime di una campagna appena iniziata che non consente di esporsi più di tanto anche per quanto riguarda i prezzi della molitura, dell’olio spremuto e della vendita delle olive che dipenderanno da diversi fattori. Appare però chiaro che i produttori dovranno fare i conti al centesimo, soprattutto se devono impiegare della manodopera nei campi più grandi e in alcuni casi si ricorre anche a gruppi di stranieri.

Per fare prima e abbattere i costi sono così sempre più diffuse le tecniche moderne, attraverso i cosiddetti pettini pneumatici o abbacchiatori che hanno gradualmente sostituito i tradizionali rastrelli e la raccolta manuale anche se c’è chi continua a farlo come in passato.

La filiera porta sempre ai frantoi per la fase dalla quale l’olio verrà distribuito sui vari canali, da quelli privati, alle aziende fino all’ingrosso, alla grande distribuzione e all’estero.

E sarà un “oro verde” etichettato secondo la tipologia di raccolta, estrazione o altri parametri tracciabili per arrivare ad esempio all’olio Dop Molise, al biologico o all’extravergine convenzionale considerando sempre un olio di qualità che, come tengono a ribadire anche dall’Arsiam, deve essere “amaro e piccante”.

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