Brutte notizie per Mazzuto e per la provincia di Isernia.
Dopo quello di Matera, infatti, il Tar del Lazio ha respinto anche i ricorsi di altre quattro amministrazioni provinciali: Lecco, Lodi, Rovigo e Treviso.
Tutte chiedevano prima la sospensiva e poi la bocciatura di quelle norme della Spending Review che prevedono la soppressione delle province che non rientrano nei parametri minimi: 300mila abitanti e 5mila chilometri quadri.
Inutile dire che i giudici amministrativi del Lazio hanno giudicato irricevibili i ricorsi, confermando la tenuta normativa del testo predisposto dal governo Monti, che sostanzialmente sopprime la provincia di Isernia, accorpandola a quella di Campobasso. Zero speranze di sopravvivenza, quindi, per via Berta. Cambiando fronte e passando al comune, anche qui si guarda al Tar – del Molise questa volta – per conoscere il testo di una sentenza che sarà destinata a fare storia nella giurisprudenza amministrativa italiana.
Infatti, mai si era verificato il caso di dimissioni di massa e scioglimento del consiglio prima della seduta d’insediamento dell’assise.
Ugo De Vivo è in attesa di conoscere il deliberato dei giudici amministrativi di Campobasso, convinto delle sue buone ragioni. Il Tar Molise, se giudicherà illegittimo lo scioglimento, potrebbe provocare il reintegro dell’assise con i primi dei non eletti, subentranti ai consiglieri dimissionari. E solo dopo il secondo tentativo di insediamento del consiglio, verificata l’eleggibilità , il centrodestra potrebbe ripetere la manovra delle dimissioni di massa, provocando solo allora il nuovo scioglimento dell’assise civica.
La sentenza potrebbe già arrivare nelle prossime ore, o slittare all’inizio della settimana entrante. (edg)