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sabato, Luglio 27, 2024

Regioni, levata di scudi sulla legge di stabilità

AttualitàRegioni, levata di scudi sulla legge di stabilità

Ora dovrà passare al vaglio del Parlamento, ma la discussione sulla legge di stabilità è già infuocata. Dopo il varo notturno del documento  da parte del consiglio dei ministri, con i tagli inseriti, è arrivato il commento duro della Cgil, che l’ha definita una manovra depressiva e lo stop di Bersani e Vendola. La conferenza delle Regioni e province autonome è preoccupata per la situazione che si potrebbe verificare se la legge venisse approvata così. Nel mirino dei governatori il servizio sanitario, con una sforbiciato di un miliardo di euro, l’istruzione e le politiche sociali che, a loro dire, sono a forte rischio. Una preoccupazione dovuta a tre manovre consecutive – hanno spiegato Errani, Iorio e gli altri governatori – che hanno ridotto in modo insostenibile molti miliardi proprio in questi settori. Il ministro della  Salute Balduzzi, però, ha già promesso modifiche.

Sull’annunciato disegno di legge di modifica del titolo V,  con l’introduzuine della clausola di supremazia” dello Stato sulle Regioni, la conferenza dei governatori ha sottolineato ancora una volta che il problema fondamentale consiste nel non aver dato compiutezza ed equilibrio al progetto di autonomia e federalismo, nel cui quadro andava inserito il disegno. I presidenti delle giunte regionali, inoltre, ritengono un errore l’intervento unilaterale del Governo e ritengono urgente un confronto sull’assetto istituzionale che si va profilando a cui le regioni si dichiarano disponibili. Incontro che hanno chiesto formalmente in un documento firmato anche con i presidenti dei consigli regionali. Documento nel quale confermano la determinazione ad andare avanti velocemente per attuare il decreto sul contenimento dei costi della politica ed evidenziano la centralità delle istituzioni regionali come elemento costitutivo della Repubblica.

Per il presidente dell’assise di palazzo Moffa, Mario Pietracupa, sì al contenimento della spesa, ma senza delegittimare la centralità delle Regioni

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