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domenica, Ottobre 6, 2024

Palazzo San Giorgio, centrodestra in crisi di identità

AttualitàPalazzo San Giorgio, centrodestra in crisi di identità
Salvatore Colagiovanni

“Chi oggi siede con l’opposizione, non può ritenersi della maggioranza”. E’ stato perentorio Salvatore Colagiovanni che con questa frase ha “bollato” il comportamento dei tre consiglieri della maggioranza (?!) di centro destra, Marilina Niro, Maria Laura Cancellario e Mario Fratipietro, che nella seduta del 3 ottobre scorso con la loro presenza in aula hanno garantito il numero legale nonostante il suo invito (sms) a disertare i lavori. A scuotere il vaso, ormai sull’orlo del precipizio, è stata però la partecipazione dei tre “dissidenti” ad una conferenza stampa organizzata dalla minoranza.   Altrettanto perentorio Francesco Sanginario: con questo comportamento “si sono autoesclusi dalla maggioranza”, esprimendo un “netto distacco formale e sostanziale”. In questo autunno che annuncia grandi manovre, dunque, il clima all’interno di Palazzo San Giorgio si fa ancora più incandescente con Gino Di Bartolomeo che continua a ricevere bordate anche da una parte della sua maggioranza “ufficiale”. “Stamattina (era il 5 ottobre) ho abbandonato la seduta di Consiglio comunale. Da 40 consiglieri si è passati ad una presenza media di 14. Da circa nove anni che appartengo al Consiglio comunale non avevo mai visto un profilo cosi basso della politica campobassana. Torniamo al voto!”. E’ lo sfogo che Alessandro Pascale, ormai in rotta di collisione con big Gino, affida a Facebook. Una sorta di “pizzino” telematico, lanciato forse con la speranza di trovare una sponda tra gli “amici” del social network e valutare così le prossime mosse. Già, le prossime mosse! Quella della maggioranza non è però una partita a scacchi, né un più modesto Risiko, ma solo un fiacco e alternativo tira e molla che probabilmente consentirà a Di Bartolomeo di traghettare il suo “sogno” fino alla scadenza naturale del mandato. Ora dunque, tra annunci, proclami, crisi di identità, accuse, repliche e fughe in avanti, l’aria nelle stanze del Palazzo è diventata irrespirabile. A questo punto, messe da parte le chiacchiere, delatori, insoddisfatti, transfughi e quanti non si ritrovano più a condividere la gestione Di Bartolomeo, assumendosi quel senso di responsabilità sbandierato ai sette venti, ma che spesso in politica resta un concetto astratto, dovrebbero passare dalle parole ai fatti.  L’articolo 21 dello Statuto comunale contempla la Mozione di sfiducia. Qualcuno tra gli addetti ai lavori ne ricorda l’esistenza?

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