L’associazione Caponnetto per la lotta alle mafie da oggi è operativa anche nel Molise,
La nostra battaglia, al contrario di altre associazioni, si svolge sul campo con la ricerca diretta di notizie anche tramite visure camerali.
Invero si evidenziano anche nella nostra realtà regionale, le carenze nel sistema di contrasto alle infiltrazioni mafiose così come messo in atto da parte delle forze dell’Ordine, al fine di spronarle ad adeguarsi agli standard di altre regioni.
Certamente non vanno nella direzione giusta gli ultimi accadimenti in merito ai fatti che hanno coinvolto cittadini che hanno inteso solo manifestare legittimamente il proprio dissenso: si è avuta una risposta repressiva e spropositata da parte delle istituzioni, con applicazione del decreto del 1931, residuato dell’era fascista, senza precedenti simili dalla costituzione della Provincia di Isernia avvenuta nel 1970.
Certamente in questa Provincia, data la piccola dimensione territoriale e visto il numero degli operatori della sicurezza presenti, nulla dovrebbe passare inosservato. Purtroppo registriamo che da qualche anno si susseguono incursioni nel nostro territorio di reparti speciali Ros, Gico, Squadra Mobile di Napoli coordinate dalla DDA di Napoli per confische e sequestri. Ciò sta a significare che oramai “questa isola felice” come veniva definita in passato, non esiste più e ciò dovrebbe indurre chi ha la responsabilità della sicurezza pubblica di allungare la vista verso orizzonti diversi dalle semplici e pacifiche contestazioni contro il palazzo.
Pertanto occorre mettere sotto la lente di ingrandimento i vari “villaggi turistici” insediatisi sulle direttrici turisitiche di Isernia-Campitello Matese o verso Roccaraso, al fine di monitorare proprietà,ditte appaltatrici e società immobiliari preposte alle vendite. Si tratta di verificare se sussistono ipotesi di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Allo stesso modo vanno monitorate, con una presenza massiccia di pattuglie, le notizie circa il traffico illecito di rifiuti che ultimamente ha allarmato questa Regione.
Non dimentichiamo che già dai primi anni del 2000 fu lanciato l’allarme di infiltrazioni malavitose nel nucleo industriale di Pozzilli-Venafro con acquisto di attività poi fatte fallire con tanti lavoratori rimasti disoccupati dopo aver intascato ingenti fondi pubblici.
Ma nulla si è mosso nella nostra realtà da parte delle autorità preposte ai controlli: sono infatti intervenute di nuovo autorità di altre regioni per “scoprire” che alcuni stabilimenti erano interamente caduti in mano a prestanomi della camorra.
Segreto svelato ancora una volta dalla DDA di Napoli.
Pertanto è ora di rivolgere attenzioni particolari a questi nuovi obbiettivi con assidue indagini patrimoniali; nel frattempo, noi dell’Associazione Caponnetto non abbiamo perso tempo: a Formia il 29 settembre abbiamo consegnato un dossier al Procuratore Aggiunto della DDA di Napoli dott. Cafiero De Rhao su queste realtà molisane presumibilmente infiltrate dalla criminalità organizzata.