Una variante di quel Gioco del Mondo che è l’unico a cui vale la pena giocare sempre e comunque, una variante ludica ed elegiaca – ma elegiaca alla maniera di Julio Cortázar, scrittore sciamano e luddista provetto, un novecentesco donchisciotte in abiti dada. Scritto in preda alle “formiche dell’allegria”, per usare una sua irresistibile espressione, insieme alla moglie Carol Dunlop, per dar conto della loro avventura: un viaggio del 1982 da Parigi a Marsiglia, lungo l’autostrada che attraversa la Francia, fermandosi ogni giorno in due aree di sosta – e fermandosi sul serio, a mangiare e scrivere, pisolare e dormire: a vivere, insomma.