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mercoledì, Aprile 17, 2024

Il voto non sposta gli equilibri in Molise, ma la nuova ‘crepa’ si apre sui trasporti

AperturaIl voto non sposta gli equilibri in Molise, ma la nuova 'crepa' si apre sui trasporti

Il muro ha retto e la spallata di Salvini non c’è stata. O, quantomeno, non ha prodotto i risultati sperati. L’Emilia Romagna resta al centrosinistra e l’assedio a Stalingrado è stato respinto. La Calabria passa saldamente nelle mani del centrodestra.

L’esito del voto di ieri, riassunto in quattro righe, non provocherà il temuto scossone nel governo, men che meno dovrebbero cambiare le cose in Molise. Anche qui, dopo il giallo della crisi a metà, delle dimissioni di Mazzuto prima date poi ripensate, del rimpasto annunciato e poi congelato lo scenario sembra destinato a rimanere immutato. Anche perché i protagonisti del voto Emiliano Romagnolo sono all’opposizione a palazzo d’Aimmo, la maggioranza si consola guardano all’affermazione in Calabria e il dibattito sulla tenuta dell’alleanza che sostiene Toma slitta ancora in avanti.

Le turbolenze, all’interno del centrodestra nostrano hanno invece subito un’accelerazione ma da una sponda diversa. Il piano dei Trasporti, che aveva provocato il capitombolo in aula della maggioranza, ha innescato un nuovo fuoco incrociato e sull’emendamento per la quattro corsie presentato dal commissario della Lega in Molise Yuri Colla alla camera e bocciato in commissione, si è aperto un giallo. Niro ha sostenuto in più sedi di aver parlato con tutti, ma Toma lo ha sconfessato, dichiarando di non esserne a conoscenza.

Un nuovo strappo che apre uno scenario ancora tutto da scrivere e che ha sullo sfondo il settore trasporti che in Molise resta una specie di spina nel fianco.

‘Diremo agli onorevoli Colla e Garavaglia – ha detto stizzito Niro – e a tutti quelli che hanno continuato a interessarsi del Molise di non farlo più per non urtare la suscettibilità dei 5stelle e del Pd”.

Il bersaglio dell’assessore ai trasporti erano il deputato Antonio Federico e la capogruppo dem Micaela Fanelli, che hanno sottolineato l’errore dell’emendamento e il mancato coinvolgimento delle parti.

Ma il sasso lanciato da Niro è stato rispedito al mittente nientemeno che dal Governatore e ora rimettere a posto i cocci del vaso sembra un’impresa complicata quasi come quella di riorganizzare un piano trasporti che tenga il passaggio in consiglio regionale.

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