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martedì, Aprile 23, 2024

Tassa rifiuti alle stelle a Campobasso e Isernia. Confcommercio: la pressione fiscale frena lo sviluppo delle imprese

EvidenzaTassa rifiuti alle stelle a Campobasso e Isernia. Confcommercio: la pressione fiscale frena lo sviluppo delle imprese

La pressione fiscale continua a rappresentare elemento di freno per il rilancio dell’economia, sia a livello nazionale che locale. Le tasse incidono pesantemente non solo sui bilanci delle famiglie ma anche su quelli delle imprese. E in Molise, dove la situazione è già particolarmente difficile, la pressione fiscale si fa sentire ancora di più. Un dato, questo già tristemente noto e che trova conferma nelle cifre diffuse dall’Osservatorio tasse locali di Confcommercio, sulla base dello studio condotto da OpenCivitas, promosso dal Dipartimento delle Finanze per determinare i fabbisogni standard delle amministrazioni locali.

In particolare, la Tari, la tassa sui rifiuti, è sempre più cara in Molise, anche a causa delle inefficienze di gestione da parte dei Comuni e frena lo sviluppo delle imprese, rappresentando un peso insostenibile. Dallo studio, riferito al 2018, emerge che Campobasso e Isernia, non raggiungono la sufficienza per quanto riguarda la qualità dei servizi erogati. In particolare, il capoluogo di regione registra uno scostamento del 24%, pari ad 1 milione 404mila euro, con un valore Tari che ammonta a 7 milioni 147mila euro, rispetto al fabbisogno annuo di poco più di 5 milioni. A Isernia, invece, si registra uno scostamento negativo di 335mila euro. Il tutto mentre a Campobasso è partito il servizio di raccolta differenziata che, secondo le stime della precedente amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Battista, avrebbe dovuto contribuire ad alleggerire le bollette Tari sia a carico delle famiglie che delle imprese.

Secondo Confcommercio la situazione è tale da richiedere provvedimenti urgenti per avviare una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo secondo il quale chi inquina paga e che tenga conto delle specificità di determinate attività delle imprese del terziario, prevedendo agevolazioni o esenzioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto ma che invece continuano a pagare la tassa per intero.

Ma soprattutto, è la conclusione di Confcommercio, va limitata la libertà di cui godono i Comuni di stabilire il costo dei piani finanziari, includendo voci di costo improprie che nulla hanno a che vedere con la determinazione della tassa.

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