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venerdì, Marzo 29, 2024

Polo Museale, da oggi non c’è più. Molise declassato, la protesta di Emilio Izzo

AttualitàPolo Museale, da oggi non c'è più. Molise declassato, la protesta di Emilio Izzo

Oggi, 22 agosto, entra in vigore il decreto ministeriale con cui sparisce il Polo museale regionale del Molise. Al suo posto, nella riorganizzazione del Mibac, voluta dal ministro per i Beni e le attività culturali, il Grillino Alberto Bonisoli, compare la Direzione territoriale di Abruzzo e Molise con sede all’Aquila. Il Polo museale del Molise era stato istituito nel 2014 con la riforma del ministero dei Beni culturali e del turismo, per potenziare le attività di valorizzazione dei siti di cultura italiani. Numerose le proteste, per lo più sindacali e di operatori culturali, come, Emilio Izzo, strenuo difensore dei beni storici e museali no solo isernini, che parla di un vero e proprio scippo al territorio molisano, proprio nel momento storico in cui, attraverso lo slogan ‘Il turimo è cultura’ e relative attività promozionali, la nostra regione stava cercando di uscire fuori da un anonimato in cui sembrava da sempre relegata. Emilio Izzo scarica sulla classe politica nostrana, locale, regionale e nazionale, la timida se non inesistente lotta in difesa dell’automia museale molisana, gli unici a muoversi finora sono stati i rappresentanti della Cisl, con un documento, l’organizzazione di un’assemblea e la richiesta di un incontro con il presidente Toma. Ma, a parte le giuste rivendicazioni di chi, come Emilio Izzo, lotta da una vita in difesa dei valori storici e culturali isernini e molisani, andiamo a dare un’occhiata ai numeri ed alle risorse di cui parliamo. Perchè avere accorpato il Molise all’Abruzzo, in termini culturali, ma anche di numeri delle risorse, è un vero e proprio torto fatto alla nostra regione. Se proprio ci doveva essere un accorpamento, doveva essere in direzione Molise. Tutto questo perchè, se andiamo a guardare i numeri, vediamo che musei, siti, monumenti e quant’altro fanno pendere l’ago della bilancia dalla nostra parte. In Abruzzo non c’è un sito del Paleolitico unico in Europa, come quello di Isernia, in Abruzzo non c’è un’area come quella del santuario di Pietrabbondante, non c’è Altilia, non c’è San Vincenzo, Vastogirardi e Montevairano. Non ci sono musei come quelli di Santa Chiara a Venafro, Santa Maria delle Monache a Isernia, il Museo Sannitico di Campobasso, Altilia, l’anfiteatro di Larino, Santa Maria del Canneto e decine di altri ritrovamenti fatti negli ultimi anni. Per numero di musei catalogati, dai due Poli regionali, ce ne sono sei in Abruzzo e altrettanti in Molise. Siamo pari, ma se andiamo su siti, scavi e testimonianze storiche, il Molise stacca l’Abruzzo in maniera quasi imbarazzante per i nostri cugini al di là del Trigno. Cosa sarebbe costato al ministro Bonisoli informarsi e capire che, se c’era un territorio da premiare, era quello molisano, un ‘unicum’ in Europa, con ritrovamenti e testimonianze storiche che vanno da settecentomila anni fa al medioevo dell’abbazia di San Vincenzo?

Purtroppo ancora una volta il Molise paga il suo scarso peso politico e demografico in maniera ingiusta ma anche antistorica. E i politici, i nostri rappresentanti cosa stanno a fare? Si chiede Emilio Izzo. Nessuno lo sa, ma di torti il nostro Molise continua a subirne continuamente, senza che nessuno abbia la forza di impedirlo.

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