Anche la nuova Camera Penale di Larino ha aderito all’iniziativa “Ferragosto in carcere”, promossa dal Partito e Radio Radicale e condivisa dall’Unione Camere Penali Italiane per manifestare, soprattutto nel periodo più caldo dell’anno, la vicinanza dei penalisti a coloro che sopportano spesso uno stato di detenzione contrario ai principi costituzionali e alle norme dell’Ordinamento Penitenziario. L’iniziativa si è svolta in carcere a Larino e hanno partecipato, per la Camera Penale, il presidente, Roberto D’Aloisio, il segretario, Luigi Iavasile e tre componenti dell’Osservatorio Carceri, Nicola Bonaduce, Maria Tesi e Federica Rogata. Presenti anche i consiglieri regionali Massimiliano Scarabeo e Nico Romagnuolo. Sono stati accompagnati con grande disponibilità e professionalità dal direttore, Rosa La Ginestra. Un modo per verificare le condizioni detenuti, sicuramente privilegiati – osservano dalla Camera penale – rispetto a quelli di altri istituti sia con riguardo alle possibilità di formazione scolastica e professionale che per il godimento di – seppur limitati- spazi di libertà. Anche se un numero superiore alla capienza, l’impressione che i visitatori hanno avuto è che i reclusi godano di adeguati spazi con celle personalizzate. Oltre alle aule per le lezioni e ai laboratori di cucina e sala, sono presenti zone verdi, con orto e serra, aree dedicate ai giochi per i bambini, reparto sanitario, biblioteca, sala lettura, cappella e sala delle confessioni, ed è in fase di realizzazione la sala per le videochiamate dei detenuti.
Fiore all’occhiello del carcere è apparso, poi, l’approccio umano dell’amministrazione penitenziaria nei confronti delle esigenze dei detenuti, come riconosciuto anche da alcuni di essi, approdati a Larino da altri istituti dove le offerte rieducative sono ridotte ed il rapporto con i vertici del tutto assente. II sistema trattamentale, per i detenuti che vi aderiscono in maniera attiva e costruttiva, si dimostra efficace e costituisce la chiave di accesso ai provvedimenti della magistratura di sorveglianza. Non mancano le criticità, a partire dalle serie difficoltà nei collegamenti stradali per raggiungere la struttura da parte dei familiari dei detenuti. Altro punto dolente è la carenza di personale, con le inevitabili ripercussioni nella gestione dell’ordine e della sicurezza. Assente il servizio per le Tossicodipendenze oltre al lavoro svolto dall’infermiere di turno e il supporto psicologico viene demandato, in sostanza, all’attività dei volontari. Si cercano nuovi percorsi per l’effettivo reinserimento sociale e lavorativo. L’impegno della Camera penale è quello di farsi portavoce di tutte le criticità evidenziate e di sollecitare le istituzioni affinché – concludono i responsabili – le numerose energie impiegate all’interno del carcere non si disperdano vanamente al di fuori delle mura, col rischio di ricaduta nel crimine per l’assenza di alternative”.