di GIOVANNI MINICOZZI
Il Tar del Lazio, con sentenza pubblicata lo scorso primo agosto su ricorso del Pm Antonio Clemente, ha annullato la nomina di Isabella Ginefra a procuratore capo di Larino e ha condannato il Consiglio Superiore della Magistratura al pagamento delle spese processuali.
In sostanza il Tar ha annullato sia la delibera adottata dal CSM in data 12 settembre 2018 sia gli atti successivi, compreso il decreto di nomina approvato dal ministero della giustizia, poiché alla data della presentazione delle domande la dott.ssa Isabella Ginefra non era in possesso dell’attestato di partecipazione al corso obbligatorio di formazione per aspiranti dirigenti giudiziari.
Il ricorso era stato presentato nel mese di ottobre 2018 dal magistrato Antonio Clemente che potrebbe prendere il posto di Isabella Ginefra al vertice della procura di Larino a meno di eventuale sentenza diversa da parte del Consiglio di Stato.
Intanto proprio alla procura di Larino giace da oltre un anno, senza alcun risultato tangibile, l’esposto presentato dai familiari di Michele Cesaride, il quarantasettenne di Larino deceduto all’ospedale’ Casa Sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo dove giunse dopo una serie di assurde peripezie. Prima trasportato al S. Timoteo di Termoli, con la tac in manutenzione, e poi a San Giovanni Rotondo dove arrivò in condizioni irreversibili per effetto dell’ictus emorragico che lo aveva colpito.
È passato oltre un anno da quel 7 luglio, dicono le diverse associazioni, e la magistratura di Larino non ha ancora individuato le eventuali responsabilità. Sul caso Cesaride c’è stata una interrogazione parlamentare da parte del senatore del M5s Fabrizio Ortis con la risposta del ministro Giulia Grillo la quale ha dichiarato che nel sistema emergenza urgenza del Molise esistono falle evidenti da colmare in tempi rapidi. Al momento però nessuna soluzione è arrivata tanto che le persone colpite da patologie tempo dipendenti vengono trasportate, con tutto il rischio che ne consegue,
a Teramo e in altri ospedali delle Regioni limitrofe.
L’ ultimo caso risale a pochi giorni addietro quando, in seguito ad un brutto incidente stradale, due ragazze di diciannove anni sono state trasferite rispettivamente negli ospedali di Ancona e di San Giovanni Rotondo proprio perché in tutti gli ospedali del Molise manca la possibilità di assistere i politraumatizzati.
Nel frattempo il direttore generale dell’Asrem Gennaro Sosto è stato promosso e andrà a dirigere l’Asrem di Napoli tre e questo spiega perché il governatore Donato Toma aveva riaperto all’improvviso la graduatoria per aspiranti direttori generali dell’Asrem. Naturalmente con il trasferimento di Gennaro Sosto decadranno anche il direttore sanitario Antonio Lucchetti e quello amministrativo Antonio Forciniti.
C’è da augurarsi, per il bene dei molisani, che il presidente Toma scelga una persona qualificatissima per dirigere l’Asrem in un momento di estrema difficoltà e che si metta mano da subito alla riorganizzazione del servizio sanitario e del sistema emergenza urgenza.
In fondo i molisani hanno gli stessi diritti degli abitanti di altre regioni e non è giusto farli morire durante il girovagare da un ospedale all’altro, ospedali peraltro distanti centinaia di chilometri e senza un servizio di elisoccorso.
Tale auspicio,però, sembra infondato poiché circola il nome di Lolita Gallo, attuale direttore generale della salute, per sostituire Gennaro Sosto.
Lolita Gallo è, guarda caso, la stessa persona che ha gestito per anni la sanità molisana, prima con Frattura e poi con Toma, portando il sistema sanitario nelle attuali condizioni di inefficienza e di sfascio totale. Ma tant’è!