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mercoledì, Maggio 8, 2024

Il ricordo di Alessandro Di Lisio, il militare campobassano morto in missione di pace in Afghanistan 10 anni fa

AttualitàIl ricordo di Alessandro Di Lisio, il militare campobassano morto in missione di pace in Afghanistan 10 anni fa

Dieci anni fa, in Afghanistan moriva, in un attentato Alessandro Di Lisio, para’ dell’8/o Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti ‘Folgore’ di Legnago. Era di Campobasso. il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ieri è stata a Campobasso per partecipare alla cerimonia di intitolazione di un parco alla memoria di Di Lisio, alla presenza dei famigliari del ragazzo deceduto in missione di pace nei pressi di Herat. “L’impegno delle missioni internazionali – ha detto Trenta, davanti alle autorità cittadine e tante persone, oltre ai militari della Folgore venuti nel capoluogo, ex commilitoni di Di Lisio – va rinnovato per il valore che ha, perche’ la pace si porta in Italia trasportandola in tutto il mondo, non si chiudono i confini. Se fuori c’e’ l’instabilita’ – ha aggiunto – l’instabilita’ prima o poi arriva. Noi abbiamo l’obbligo attraverso le missioni internazionali di contribuire alla stabilizzazione dei Paesi che non ancora vivono la pace e questo serve a garantire la pace anche nel nostro Paese”.

“L’Italia – ha detto ancora il Ministro – deve sempre ricordarsi di chi, dopo un giuramento, porta fino in fondo quello che ha giurato, l’amore per la patria, il rispetto delle istituzioni, lottare per la democrazia perchè si affermi in Italia, perchè sia conservata sempre, perchè si affermi in tutto il mondo. La libertà a volte costa, e’ costata nella storia e costa ancora oggi, credo che una giornata come questa si debba ripetere sempre, bisogna sempre ricordare perchè è un esempio per i ragazzi. La pace ha un valore, va conservata e non va mai data per scontata, i nostri militari ce lo ricordano perchè sono loro che vanno in Paesi dove la pace non c’e’. Noi in Italia – ha concluso Trenta – ormai la diamo per scontata e non lottiamo tanto e quando si va in altri Paesi si capisce qual e’ il valore vero della pace ed e’ un obbligo per tutti difenderla ogni giorno”.

Una parte di cingolo di un carro ‘Leopard’, sullo sfondo un paracadute, poi una targa dove si legge ‘Ai tanti che sono stati qui. A quelli che hanno dato molto. Ad Alessandro Di Lisio che ha dato tutto. Ganjabad (Afghanistan), 14 luglio 2009′. E’ il ricordo che gli ex commilitoni dell’8/o Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti ‘Folgore’ di Legnago hanno voluto dedicare al Caporal maggiore scelto Alessandro Di Lisio, originario di Campobasso, ucciso a proprio a dieci anni fa. Aveva 25 anni. Un ricordo che resterà indelebile anche perche’, a Campobasso, e’ stata intitolata al giovane militare molisano un’area del parco alle spalle del Monumento ai caduti di tutte le guerre che si chiamerà ‘Giardino Alessandro Di Lisio – Paracadutista Guastatore caduto in Afghanistan il 14 luglio 2009′. Una cerimonia sobria e commovente, soprattutto quando ha preso la parola Dora Pinelli, mamma del giovane para’, alla presenza delle autorita’ civili, religiose e militari e di tanti ex commilitoni, alcuni rimasti feriti in missioni internazionali di pace, arrivati a Campobasso anche con le loro famiglie. Pochi minuti nei quali si e’ rivolta ad Alessandro. “Ti ho parlato un’infinita’ di volte in questi dieci interminabili anni e l’ho fatto anche a voce alta perchè ero certa che tu fossi accanto a me, ad ascoltarmi. Oggi voglio continuare a parlarti – ha proseguito la mamma – davanti a testimoni importanti che sono venuti nella nostra città a onorare il tuo ricordo, la tua memoria”. Poi: “Come mamma di un caduto, e lo dico senza presunzione, ma con piena coscienza, non ritengo di dover porgere un ringraziamento ad alcuno, anzi. Ma oggi non e’ il giorno del giudizio ne’ delle lamentele”. Un pensiero la madre di Alessandro Di Lisio lo ha rivolto anche ai militari della 22/a Compagnia, “fratelli di mio figlio e quindi figli miei – ha proseguito – ragazzi di elevata statura e levatura morale” e “che differenza di statura tra voi umili soldati, che avete fatto, e taluni Generali che hanno solo detto senza poi mantenere”.

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