di ANNA MARIA DI MATTEO
Si infiamma la campagna elettorale a Campobasso, ormai alle battute finali, in vista del ballottaggio di domenica prossima. Dopo una partenza soft, tra i due candidati alla carica di sindaco, Maria Domenica D’Alessandro del centrodestra e Roberto Gravina del Movimento 5Stelle, sono scintille. La D’Alessandro è partita al contrattacco, ribadendo la ferma intenzione di cambiare passo, di voltare pagina rispetto al passato, a cominciare dalla squadra di governo che, ha dichiarato, sarà composta da persone nuove. E si è difesa dall’accusa di inesperienza amministrativa, ricordando di essere stata, per un intero mandato, presidente del Consiglio comunale di Torella del Sannio. Ma al di là di questo aspetto, la candidata del centrodestra ha accusato Gravina di voler ricorrere agli assessori esterni, “con un ulteriore aggravio di costi e senza rispettare il mandato dei cittadini”, ha denunciato la D’Alessandro che infine ha parlato del presunto accordo dei 5Stelle con il Pd. “Questa notizia non è mai stata smentita – ha aggiunto – quindi devo credere che Gravina abbia fatto opposizione per cinque anni a Battista e adesso vuole vincere con i suoi voti. Ultima domanda: l’assessore esterno sarà Battista o Michele Durante? Attendo una risposta”, ha concluso la D’Alessandro. Alla quale Roberto Gravina ha replicato accusandola di non aver un progetto di rilancio per la città. “Le proposte del centrodestra, oltre ad essere tutte da verificare, dati alla mano – ha detto – appaiono come pezzi buttati qua e la, senza un collegamento tra loro. Si tratta di slogan e pure confusi. Tutta la città deve poter crescere e non solo qualcuno e soprattutto non a discapito dei più deboli. C’è la completa assenza di proposte progettuali da parte del centrodestra – ha proseguito Gravina – Si preferisce puntare sulle promesse demagogiche senza analisi, come quella delle nuove duecento abitazioni di edilizia comunale, quando invece una conoscenza reale di quella che è la situazione dell’edilizia popolare in città porterebbe a interessarsi innanzitutto della manutenzione delle abitazioni già esistenti. Per noi – ha concluso Gravina – amministrare la città è tutt’altro: è disegnare un progetto organico che non lasci indietro nessuno e che colleghi attività culturali, sostenibilità e vivibilità sociale l’una all’altra”.