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venerdì, Aprile 26, 2024

La sinistra ricominci…da tre: Berlinguer, Moro e Pertini

AttualitàLa sinistra ricominci…da tre: Berlinguer, Moro e Pertini

di Angelo Persichilli

Quando si dice che “destra” e “sinistra” non esistono più, si dice una mezza verità. Certo, la caduta dell’Unione Sovietica ha infatti smorzato la veemente contrapposizione ideologica che ha caratterizzato il XX Secolo, ma nella mente di qualcuno il fascismo e il comunismo esistono ancora. Questi nostalgici sono, per ora, emarginati e raggruppati nella cosiddetta “estrema destra” o “estrema sinistra”.

Ma, per farli rimanere emarginati, si dovrebbe tornare ai parametri ideologici tradizionali precedenti al 1921, cioè precedenti al Congresso di Livorno, che sancì la nascita del Partito Comunista, e alla marcia su Roma, l’anno successivo, con la nascita del fascismo. Non bisogna dimenticare che prima di questi due eventi, Antonio Gramsci e Benito Mussolini militavano nello stesso partito, cioè quello socialista, e che il futuro dittatore fascista fu uno dei primi direttori dell’Avanti! A separarli furono le divergenze sulla Prima Guerra Mondiale, cementate poi dalle successive decisioni di diventare seguaci di due criminali: il primo di Stalin, il secondo di Hitler.

Bisogna ora agire in fretta per bloccare questi rigurgiti fascisti e comunisti che aleggiano sull’Italia e riproporre invece i valori originali della destra e la sinistra. Per intenderci, quella destra attenta alla produttività senza trascurare il benessere sociale del cittadino, e una sinistra più sensibile alle necessità sociali dell’individuo, senza trascurare la necessità aziendale di produrre. Visioni queste che, come si vede, differiscono nella prioritizzazione degli stessi elementi, cioè produttività e giustizia sociale, ma sempre nel rispetto della democrazia e della libertà dell’avversario.

Certo, oggigiorno vi sono anche altri elementi a livello internazionale che sviano il dibattito su altri temi. C’è il fanatismo religioso, lo sviluppo rapido della tecnologia che abbatte barriere culturali e geografiche e vi sono osmosi demografiche, conseguenza di mancanza di nuovi equilibri e vuoto politico mondiali, che provocano genocidi e straformato il concetto tradizionale di immigrazione-emigrazione.

In un contesto simile stanno cercando di risorgere antiche ideologie come il fascismo e comunismo. Non è un caso che nelle strade si vedono sempre più spesso sfilate con pugni chiusi e mani alzate.

L’estrema destra cerca di ridarsi un ruolo soffiando sul fuoco razziale e razzista, mentre l’estrema sinistra cerca di esasperare tali confronti per riproporsi come elemento portatore di giustizia sociale e democrazia in nome del comunismo (riproponendo l’ossimoro togliattiano che voleva l’Italia libera sotto la guida di Stalin).

Questi estremismi, di destra e di sinistra, non hanno alcuna possibilità di successo avendo la storia espresso un giudizio negativo chiaro e irrevocabile sui loro programmi fasulli e criminali. Essi comunque possono trovare temporaneamente spazio a causa di un vuoto politico pericoloso che sta minacciando non solo l’Italia, ma l’Europa e molte Paesi in tutti i continenti, incluso gli Stati Uniti.

Ma rimaniamo in Italia: esistono la destra e la sinistra tradizionale? Purtroppo di tradizionale in Italia ora non esiste nemmeno il Colosseo. C’è un governo formato da un partito di destra (la Lega) alleato di un partito (5Stelle) rappresentante un elettorato di destra e di sinistra. Esiste una opposizione di pseudo-sinistra formata dai rimasugli dei vecchi partiti della Prima Repubblica (il PD) che gridano tanto ma ancora non ci spiegano perché; c’è un partito di destra, Forza Italia, il cui leader ha fatto la fine del Milan, vive di ricordi; infine c’è Fratelli d’Italia che sta una volta al governo e una volta all’opposizione.

Questo consente a un partito dei destra, appunto la Lega, di dominare lo scacchiere politico italiano anche senza una maggioranza di voti in quanto intorno a lei c’è un pericoloso vuoto ideologico e organizzativo.

In Italia oggi c’è necessità di un vero partito di sinistra, una sinistra socialista per intenderci, per poter riportare l’Italia in un contesto democratico occidentale dove vige l’alternanza tra un partito di destra e uno di sinistra. Disse una volta Churchill che se un ventenne vota Conservatore è senza cuore, mentre se un quarantenne vota per i Laburisti è senza cervello. Il grande Winston era molto caustico nelle sue battute ma, con quelle esagerazioni, riusciva a rendere l’idea.

Nelle grandi democrazie funziona comunque più o meno così: la destra va al governo quando l’elettorato è stanco della sinistra spendacciona che aumenta le tasse per finanziare programmi sociali, e poi vota contro la destra quando, sistemati i conti e ottenuta la riduzione delle tasse, richiama al governo la sinistra per bilanciare i programmi sociali cancellati. Certo, il discorso è un po’ semplificato ma rende l’idea.

In Italia c’è ora una democrazia monca. C’è infatti una destra al governo ma non c’è una alternativa di sinistra. È importante che la componente socialista-democristiana, si riorganizzi al più presto per due ragioni: primo, per offrire agli italiani una alternativa valida al presente governo; secondo, per evitare che le estreme di destra e sinistra, quelle che ripropongono il comunismo parlando di antifascismo, oppure il fascismo parlando di anticomunismo, riescano a riorganizzarsi portando l’Italia nel baratro sociale.

La nuova sinistra potrebbe ricominciare da…tre: Berlinguer, Moro e Pertini.

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