Metodi fantasiosi per far entrare la droga in carcere: nascosta nei cibi precotti, negli stick dei deodoranti, nelle parti intime ma anche nelle suole delle scarpe e persino all’interno dei plichi di cartone usati per l’imballaggio. Tentativi portati avanti servendosi di pacchi postali e approfittando dei colloqui ma lo stupefacente è stato sempre bloccato prima di arrivare a destinazione.
Indagini intense e durate diverse mesi coordinate dalla Procura di Larino. Intercettazioni telefoniche, ambientali e immagini ma anche un coordinamento interregionale nelle operazioni investigative tra Carabinieri e polizia penitenziaria.
Diciotto gli indagati tra detenuti e i loro familiari ma anche lavoratori esterni al carcere accusati a vario titolo di cessione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver tentato di portare la droga all’interno del penitenziario di contrada Monte Arcano. Udienza preliminare al Tribunale di Larino.
Quattordici imputati hanno chiesto il rito abbreviato: tredici le condanne con pene che vanno da un anno e due mesi a tre anni e otto mesi di reclusione, una assoluzione. Dalle altre quattro posizioni al vaglio del gup sono arrivati tre proscioglimenti e un rinvio a giudizio.