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venerdì, Aprile 19, 2024

Punto nascita di Termoli a rischio: si cercano alleanze. “Serve fiducia e impegno anche della popolazione”

AttualitàPunto nascita di Termoli a rischio: si cercano alleanze. "Serve fiducia e impegno anche della popolazione"

Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Timoteo ha chiamato a raccolta al cinema Sant’Antonio politica, istituzioni e popolazione che solo in parte, però, hanno risposto all’appello. C’è in ballo la difesa del punto nascita di Termoli, che a causa del calo demografico e di una antipatica moda che sta prendendo piede di andare a partorire a Vasto, ha messo in sofferenza il reparto. Nel 2017 si sono raggiunti i 500 parti all’anno, nel 2018 invece si è scesi a 350 mettendo concretamente a rischio l’unità operativa, per la quale l’Asrem ha chiesto al Ministero una deroga al Decreto Balduzzi, che in una fredda legge di numeri chiuderebbe i punti nascita in cui non si raggiungono i 500 parti all’anno.

Il Ministero ancora non risponde, ma una concreta possibilità potrebbe arrivare dalla rivisitazione dei parametri del decreto, ovviamente al ribasso, considerando il calo demografico nazionale. Una speranza, su cui però non si cullano certo coloro che tutti i giorni lavorano nel reparto, medici, ostetriche, infermiere che anzi si danno da fare per migliorare l’offerta sanitaria ed essere più attrattivi. Il direttore dell’unità operativa Bernardino Molinari nella sua relazione è partito proprio da qui, dai servizi offerti e dal miglioramento delle prestazioni degli ultimi anni, con il parto indolore, l’amniocentesi, la donazione del cordone ombelicale, senza dimenticare che in reparto si effettuano interventi chirurgici di alto livello, con un totale di 500 operazioni all’anno, nonostante per carenza di anestesisti è prevista una sola seduta operatoria a settimana.

Presenti in sala future mamme in attesa e anche diversi genitori con piccoli al seguito. Assenti all’incontro invece i principali interlocutori, come i vertici Asrem, compresi i neo commissari. C’era il vescovo Gianfranco De Luca che ha sottolineato come tutta la società si debba far carico del futuro del punto nascita, senza risparmiare critiche a quella che ha definito “gestione dilettantistica del passato”, in cui “la sanità – ha dichiarato – è servita a raccogliere consensi”. “Bisogna ripartire con nuova coscienza di compiti urgenti non più rinviabili. Il punto nascita – ha concluso il vescovo – è un bene primario al quale non si può derogare”. Il sindaco Angelo Sbrocca ha ricordato l’incontro svolto a gennaio con i medici del San Timoteo e la carenza di personale che sta mettendo l’intero ospedale in difficoltà. E’ intervenuto anche Filippo Vitale, che per tutto il 2018 è stato direttore dell’ospedale unico regionale e ora in pensione, che tra i vari aspetti ha suggerito di aprire la sala parto anche ai ginecologi che stanno sul territorio e che sono convenzionati con l’Asrem.

Il suo posto è stato ora preso dalla dottoressa Michelina Morelli, che ha evidenziato le difficoltà di tutti gli ospedali regionali, credendo molto nelle potenzialità del San Timoteo. Ultimo intervento quello del direttore amministrativo Antonio Forciniti che ha voluto gettare cenere sul fuoco delle polemiche, cercando invece un percorso costruttivo. “Tutto il settore deve lavorare per lo stesso scopo, bisogna lasciare da parte le contrapposizioni e i personalismi – ha affermato, elogiando il lavoro e l’abnegazione dell’equipe del dottor Molinari. “E’ stato avviato un percorso che ha bisogno di tempo per invertire il trend. Cerchiamo di essere positivi” ha aggiunto.

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